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I neuroscienziati non hanno ancora del tutto compreso in che modo il nostro cervello interpreti le espressioni facciali. Credit: master1305/ iStock / Getty Images Plus.

Uno studio condotto da ricercatori di Parma e Milano ha dimostrato che interpretiamo le espressioni facciali utilizzando sia l'area motoria che quella emotiva del cervello. Questa scoperta potrebbe risolvere un dibattito ventennale tra gli scienziati che si occupano dei cosiddetti neuroni specchio.

I neuroni specchio si attivano sia quando un essere vivente compie un'azione sia quando guarda qualcun altro compiere la stessa azione. Dalla loro scoperta negli anni '90 sono stati descritti spesso come la base neurale della nostra capacità di comprendere le azioni di un'altra persona, replicandole nel nostro cervello. Ma ci sono due diverse ipotesi su dove avvenga effettivamente il "rispecchiamento" e l'interpretazione delle espressioni facciali emotive degli altri. Una, chiamata ipotesi della risonanza motoria, suggerisce che ciò avvenga nelle aree motorie e premotorie del cervello. L'altra, chiamata risonanza emozionale, sostiene che il riconoscimento avvenga soprattutto nelle regioni emozionali e interocettive.

La risposta, secondo esperimenti clinici condotti su pazienti in cura per epilessia all'Ospedale Niguarda di Milano, è che sia il canale motorio che quello emotivo sono coinvolti nei processi empatici di riconoscimento dei volti, ma funzionano in modo indipendente. "Questo significa che abbiamo non uno ma due 'sistemi specchio' autonomi nascosti nel lobo frontale", spiega Fausto Caruana, ricercatore del CNR di Parma e autore principale dell'articolo pubblicato su Brain1.

"Abbiamo chiesto a più di 40 pazienti affetti da epilessia di osservare le espressioni facciali di altre persone con valenza positiva, negativa o neutra, mentre i colleghi del Niguarda hanno monitorato le diverse aree cerebrali per capire quali si attivassero, e come", continua Caruana. Lo studio è innovativo perché ha combinato tre tecniche invasive che si possono eseguire solo nei pazienti sottoposti a chirurgia epilettica: registrazioni intracraniche, stimolazione elettrica e connettività effettiva.

I ricercatori hanno osservato che le espressioni emotive attivano sia le vie motorie che quelle emotive in modo indipendente, insieme a regioni che non sono né motorie né emotive, ma legate ai processi attenzionali.

"La possibilità che i neuroni specchio si attivino in aree cerebrali non motorie è nota da tempo, ma finora non era chiaro quali altre parti venissero attivate e come, e se ci fossero connessioni tra questi sistemi", spiega Caruana. "La domanda che ci si pone ora è quali funzioni diverse possano avere i due sistemi. La nostra ipotesi è che il canale motorio possa contribuire al riconoscimento di espressioni ambigue, mentre il canale emotivo possa contribuire al contagio emotivo e alla sincronizzazione sociale".