Read in English

Ci sono sempre più prove che le sigarette elettroniche usa e getta facciano da via di accesso al fumo di tabacco, specialmente per i giovani. Credit: LordHenriVoton/iStock/Getty Images Plus.

Società scientifiche e organizzazioni di pazienti stanno facendo pressione perché le autorità sanitarie italiane introducano regole più severe sulla vendita e la commercializzazione delle sigarette elettroniche. Ad allarmarli sono i dati della Global Tobacco Youth Survey (GYTS) del 2022 che mostrano come quasi il 20% degli italiani tra i 13 e i 15 anni ne faccia uso, un netto aumento rispetto all'8,4% del 2014 e al 17,5% del 2018. Nonostante ne sia vietata la vendita ai minori, quasi il 34% di essi ha provato questi dispositivi almeno una volta. Le tendenze in altri Paesi europei sono simili, ma uno studio1 ha concluso che tra il 2014 e il 2019 la diffusione delle sigarette elettroniche in italia era significativamente superiore alla media.

Inizialmente, le sigarette elettroniche sono state promosse come un aiuto efficace e sicuro per smettere di fumare, ma di recente le preoccupazioni per la loro diffusione tra i giovani sono aumentate. Nel dicembre dello scorso anno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un appello, sostenendo che non esistono prove evidenti che le sigarette elettroniche siano un aiuto efficace per smettere di fumare, mentre ci sono prove crescenti e convincenti che possano fare da via di accesso al fumo di sigaretta, il cosiddetto effetto “gateway”. Questo sembra vero soprattutto per i giovani, principale obiettivo di campagne di marketing aggressive e attirati dall'ampia varietà di aromi degli e-liquid.

Silvano Gallus, che dirige il laboratorio di ricerca sugli stili di vita presso l'Istituto Mario Negri di Milano, ha coordinato uno dei pochi studi prospettici sull'ipotesi dell’effetto “gateway” in Europa2. Le sigarette elettroniche hanno iniziato a diffondersi in Europa all'inizio degli anni 2010. Per capire se vi sia una relazione causale tra il loro uso e l'inizio dell’abitudine al fumo di sigaretta, Gallus e i suoi coautori hanno contattato circa 3.200 adulti italiani due volte, prima nel marzo 2020 e poi di nuovo dopo sette mesi. Hanno scoperto che la percentuale di intervistati che aveva iniziato a fumare durante quei sette mesi era del 2% tra coloro che non avevano mai usato sigarette elettroniche, e del 20% tra gli utilizzatori di sigarette elettroniche. Risultati simili sono stati riscontrati negli Stati Uniti tra gli adolescenti e i giovani adulti3. "Le sigarette elettroniche creano dipendenza dalla nicotina, e una parte sostanziale degli adolescenti che oggi le usano fumerà sigarette tradizionali tra dieci anni", prevede Gallus.

Persino il Regno Unito, la cui agenzia per la salute pubblica un tempo raccomandava vivamente le sigarette elettroniche come metodo per smettere di fumare, sostenendo che sono il 95% meno dannose del tabacco, ha recentemente vietato la vendita di sigarette elettroniche usa e getta, motivando la decisione con le preoccupazioni per la salute dei ragazzi.

La Società Italiana di Pediatria, insieme ad altre società scientifiche pediatriche e organizzazioni di pazienti, ha recentemente inviato una lettera al Ministro della Salute per chiedere una regolamentazione più severa sugli aromi e sulle campagne di marketing. Oltre al rischio di iniziare a fumare, la lettera sottolinea le crescenti evidenze sugli effetti acuti delle sigarette elettroniche sulle vie respiratorie, come tosse cronica, respiro sibilante e asma. "I genitori spesso considerano il vaping totalmente sicuro e usano le sigarette elettroniche a casa aumentando l'esposizione passiva dei loro figli", afferma Maria Elisa Di Cicco, pneumologa pediatrica presso l'ospedale universitario di Pisa e tra gli autori della lettera. Di Cicco aggiunge che è ormai provato che anche l'esposizione di seconda mano può portare a sintomi respiratori4.

Emanuela Testai, tossicologa presso l'Istituto Superiore di Sanità e presidente del Comitato Scientifico dell'UE per la Salute, l'Ambiente e i Rischi Emergenti (SCHEER), afferma che è difficile valutare a fondo la tossicità delle sostanze chimiche inalate dagli utilizzatori di sigarette elettroniche, a causa del crescente numero di liquidi e dispositivi diversi presenti sul mercato. Per quanto riguarda gli aromi, osserva che la maggior parte di essi sono stati approvati come additivi alimentari, il che significa che sono sicuri per l'ingestione, ma la loro tossicità quando vengono inalati è sconosciuta.

Il Ministero della Salute italiano non ha risposto a Nature Italy sull’esistenza di eventuali piani per rivedere l’attuale normativa sulle sigarette elettroniche.