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Vista ad alta risoluzione di Dimorphos, creata assemblando le ultime 10 immagini ottenute dalla camera Didymos Reconnaissance and Asteroid Camera for Optical navigation (DRACO) su DART. Credit: NASA/Johns Hopkins APL.

La missione DART della NASA ha probabilmente rimodellato Dimorphos, il satellite di un asteroide, schiantandosi contro di esso nel 2022, secondo una collaborazione internazionale di scienziati che ha confrontato le simulazioni al computer della collisione con le foto scattate da un satellite italiano1.

Dimorphos è un ammasso di detriti lungo 160 metri in orbita attorno al più grande asteroide Didymos, che arriva a qualche milione di chilometri dalla Terra mentre gira attorno al Sole. Dimorphos è stato colpito dal Double Asteroid Redirection Test (DART), una sonda a forma di scatola del peso di 570 chilogrammi, il 26 settembre 2022, liberando oltre 10.000 tonnellate di materiale. La missione aveva lo scopo di verificare se un asteroide diretto verso la Terra potrebbe essere deviato lanciando contro ad esso un veicolo spaziale.

I telescopi a terra e nello spazio hanno misurato la luce solare riflessa dai detriti nelle settimane successive all'impatto. In questo modo, gli scienziati hanno potuto stimare che la collisione ha ridotto di oltre mezz'ora il periodo orbitale di Dimorphos attorno all'asteroide maggiore, pari a 11 ore e 55 minuti.

Le osservazioni del materiale espulso all'indomani dell'impatto sono state invece effettuate dal Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids (LICIACube) dell'Agenzia Spaziale Italiana. Grande come un piccolo zaino, LICIACube è stato rilasciato dall'interno del DART circa due settimane prima della collisione e ha poi registrato l'evento da una distanza di 55 chilometri.

Secondo Maurizio Pajola dell'Osservatorio Astronomico di Padova, tra gli autori dello studio, LICIACube avrebbe compiuto la sua missione anche solo catturando anche una foto prima dell'impatto e qualcun'altra dopo di esso. "In realtà abbiamo ottenuto 600 immagini", afferma, "un successo straordinario".

I ricercatori hanno creato simulazioni di Dimorphos con diverse proprietà materiali e strutture, confrontando la quantità e la traiettoria dei detriti generati in ogni collisione simulata con quelli osservati da LICIACube. Hanno scoperto che l'unico modello che corrisponda alle osservazioni è quello che descrive la luna dell'asteroide come un ammasso di detriti molto debolmente legati tra loro. I ricercatori hanno quindi dedotto che Dimorphos si è probabilmente formato quando Didymos, per la sua rotazione o perché colpito da un altro oggetto, ha disperso materiale che poi si è compattato.

I ricercatori hanno anche scoperto che l'impatto di DART ha probabilmente deformato Dimorphos a livello globale, piuttosto che lasciare un cratere - visto che hanno ricostruito la sua forma da varie angolazioni senza trovare alcun segno di quest'ultimo. L'ultima parola spetterà alla missione Hera dell'Agenzia Spaziale Europea, il cui lancio è previsto per quest'anno e che realizzerà mappe dettagliate di Dimorphos da vicino.

Per quanto riguarda la difesa planetaria, Pajola sottolinea che gli asteroidi piccoli e pietrosi come Dimorphos sono pericolosi perché possono avvicinarsi alla Terra. Tuttavia, secondo Pajola, le missioni future potrebbero essere in grado di deviare tali asteroidi anche più di quanto non abbia fatto il DART, purché si tratti di oggetti fragili e più piccoli di Dimorphos.