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Il Children’s hospital di Philadelphia ha eseguito una procedura di terapia genica contro la sordità, grazie a una tecnica sviluppata in Italia. Nella foto, il giovane paziente con i familiari e il team dell'ospedale. Credit: Children’s Hospital of Philadelphia (CHOP).

Una tecnica di terapia genica sviluppata da un team italiano ha permesso a un bambino di 11 anni affetto da una rara forma di sordità congenita di udire suoni per la prima volta. Il risultato, primo al mondo, è stato ottenuto da un'équipe del Children's Hospital di Philadelphia, negli Stati Uniti, e si basa sul lavoro del team di Alberto Auricchio dell'Istituto Telethon di Genetica e Medicina TIGEM di Pozzuoli.

La patologia del ragazzo è causata da difetti nel gene OTOF, che codifica per l'otoferlina, e che è uno degli oltre 150 geni noti per causare la sordità negli esseri umani. In linea di principio, la terapia genica può essere utilizzata per sostituire il gene difettoso con uno funzionante. Di solito, per trasportare i geni si usa un vettore virale di piccole dimensioni come il virus adeno-associato (AAV), ma un gene di grandi dimensioni come l'OTOF è troppo pesante per il virus, che non può trasportare lunghe sequenze di DNA. "Avremmo potuto utilizzare vettori virali con una capacità maggiore rispetto all'AAV, come i lentivirus (LV), ma in genere sono meno efficienti per la terapia genica in vivo", spiega Auricchio.

I ricercatori napoletani hanno avuto l'idea di dividere il gene in due parti, ciascuna in grado di sistemarsi su un singolo vettore virale, e di farle riassemblare all'interno delle cellule del paziente. Gli scienziati hanno anche incorporato sui vettori alcune sequenze di geni ricombinanti che guidano l'unione delle due metà, e segnali di splicing che aiutano poi a rimuovere le sequenze estranee. Il metodo ha assicurato quindi la sintesi della proteina desiderata nell'organismo del paziente.

L'équipe di Auricchio lavora da 10 anni a nuovi sistemi di terapia genica, ma si è concentrata soprattutto sul trattamento di malattie rare degli occhi. "Lavoriamo sulla sindrome di Usher di tipo 1b, che causa la retinite pigmentosa", spiega Auricchio. I pazienti affetti da questa patologia sono sordi e ciechi fin dalla nascita, spiega, "e attualmente non esiste alcun trattamento disponibile. "Per la retinite, prevediamo di iniziare una sperimentazione clinica presso l'ospedale universitario di Napoli entro pochi mesi, dopo aver ottenuto l'approvazione dell'Agenzia italiana del farmaco", dice Auricchio. Il gruppo sta lavorando anche sulla malattia di Stargardt, la forma più comune di distrofia maculare ereditaria.

Mentre cercava i finanziamenti per la sperimentazione sulla retinite pigmentosa - che ora sono stati concessi dal fondo di investimento Sofinnova e dalla Fondazione Telethon - l'équipe di Auricchio aveva concesso in licenza la tecnologia all' americana Akous, un'azienda biotecnologica di proprietà di Ely Lilly. Quest'ultima ha poi collaborato con l'équipe di John Germiller dell'ospedale pediatrico di Philadelphia per sperimentare la terapia genica per la sordità. Lo scorso ottobre, il team ha eseguito un intervento chirurgico sull'undicenne per somministrare nell'orecchio interno tramite un endoscopio una terapia genica basata sul sistema di Auricchio. Dopo quattro mesi, secondo l'équipe, il ragazzo è passato da una sordità completa a un lieve deficit dell'udito, e riesce a sentire voci e suoni ambientali. È in corso una sperimentazione clinica più ampia in diversi ospedali.

"Siamo molto orgogliosi di vedere che la nostra tecnologia, originariamente progettata per le malattie della retina, ha contribuito a sviluppare anche una terapia sperimentale per la sordità", afferma Auricchio.