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La cerimonia di chiusura del centenario del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il 18 novembre a Roma, a cui ha partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Credit: Presidenza della Repubblica.

Questa settimana ricorre il centesimo anniversario del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il principale ente di ricerca italiano, fondato il 18 Novembre 1923. La celebrazione cade mentre l'istituto è impegnato in riforme che mirano a rilanciare i suoi programmi scientifici, a semplificare la burocrazia interna e a rivitalizzare le carriere dei suoi ricercatori.

Due anni fa il governo guidato da Mario Draghi ha stanziato 60 milioni di euro per riorganizzare e rilanciare il CNR, nominando un nuovo comitato strategico di cinque esperti che, in collaborazione con il Consiglio di Amministrazione ha preparato un piano di riorganizzazione reso pubblico un anno fa. "Inizialmente siamo stati molto critici nei confronti del processo interno di reclutamento e avanzamento di carriera del CNR, che non soddisfaceva gli standard internazionali", afferma Antoine Petit, direttore del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS) e membro del comitato strategico. "Abbiamo anche spinto per l'implementazione di progetti di ricerca orientati agli obiettivi e per una maggiore collaborazione con le università", afferma. L'istituto ha tempo fino alla fine del 2024 per trasformare il piano in realtà, e Petit si dice "ottimista".

La presidente del CNR Maria Chiara Carrozza spiega che il piano ha due assi portanti. Sul piano scientifico, la priorità è ridefinire il ruolo dei dipartimenti che compongono il CNR, che, spiega, "saranno sgravati dalle funzioni amministrative per essere orientati all’indirizzo strategico, ai rapporti con le società scientifiche e gli enti di ricerca internazionali, alla promozione di programmi di ricerca transdisciplinari”. Alla fine i dipartimenti si ridurranno da sette a soli tre, mentre l'intera rete scientifica del CNR, spiega Carrozza, verrà riorganizzata in aree disciplinari sul modello dei panel dello European Research Council.

Scientific publications of the National Research Council (CNR) for the period July 2022 - June 2023 tracked by the Nature Index, divided by subject. More data and graphics on CNR output and collaborations can be found here.

Un'altra novità è l'introduzione di "Unità di ricerca goal-oriented", che facilitano l'assunzione diretta di ricercatori principali eccellenti. Si tratta di “progetti innovativi curiosity driven che nasceranno da iniziative bottom-up dei ricercatori senza limiti di appartenenza a Istituti e Dipartimenti, con lo scopo di attrarre idee e talenti innovativi. Per queste unità di ricerca sono stati stanziati 5 milioni di euro", spiega Carrozza. Negli ultimi 12 mesi, più di 100 ricercatori di alto profilo, alcuni dei quali provenienti dall'estero, sono stati assunti dal CNR nell'ambito di questo programma.

Il piano prevede anche la creazione di cattedre congiunte in collaborazione tra il CNR, i cui ricercatori normalmente non tengono corsi, e le università. "Per il CNR l’università è fondamentale, per garantire il coinvolgimento di giovani studenti, laureandi e dottorandi, e per attrarre giovani ricercatori per costruire il futuro del CNR", afferma Carrozza.

Dal punto di vista amministrativo, il piano si concentra sul rafforzamento dell'ufficio sovvenzioni, che assiste gli scienziati nelle richieste di finanziamento e nella gestione delle sovvenzioni, e sulla fornitura di un migliore supporto amministrativo alle infrastrutture di ricerca, soprattutto attraverso la digitalizzazione delle procedure. Sono stati compiuti molti sforzi per stabilizzare il bilancio, afferma Carrozza, affrontando un deficit di 150 milioni di euro a partire dal 2021. Per quanto riguarda l'eccessiva burocrazia, per la quale il CNR è sempre stato criticato, Carrozza afferma che sono stati apportati dei cambiamenti che permettono ai ricercatori di gestire direttamente i loro fondi di ricerca, con meno passaggi di approvazione che coinvolgono l'amministrazione centrale a Roma. Carrozza, la prima donna presidente del CNR, ha anche nominato il primo responsabile della parità di genere del CNR.

Vito Mocella, fisico del CNR e membro del Consiglio scientifico del CNR, accoglie con favore la riforma, ma afferma che per il momento sta avendo pochi benefici per i ricercatori. "Le nuove nomine di ricercatori e direttori di dipartimento seguono ancora le vecchie procedure invece del modello ERC", afferma. "La burocrazia è ancora asfissiante, con uno scollamento tra gli uffici centrali nella sede di Roma e gli istituti sparsi nel Paese". Mocella accoglie con favore l'idea di rafforzare il legame con le università, ma teme che il personale del CNR non ne veda i vantaggi. "Ci dovrebbe essere più reciprocità, ad esempio aggiungendo la possibilità per i professori universitari di trascorrere un periodo di ricerca al CNR, come avviene per il CNRS in Francia".

Un altro problema è la situazione dei giovani lavoratori a tempo determinato, afferma Flavia Sciolette, membro del Coordinamento Precari Uniti CNR. Più di 1.800 lavoratori a tempo determinato hanno ottenuto una posizione permanente nel 2022 con un investimento di 144 milioni di euro, ma ci sono ancora più di 2.000 borsisti di ricerca il cui futuro è incerto, perché questo tipo di contratto è stato abolito.