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Con i miei collaboratori curo le collezioni botaniche del Museo di Storia Naturale di Firenze, che conta più di cinque milioni di campioni vegetali provenienti dall'Italia e da tutto il mondo, etichettati e conservati in confezioni protettive. Circa mezzo milione di questi esemplari appartengono alle nostre collezioni storiche che comprendono due dei più antichi erbari del mondo, creati nel XVI secolo.

Una delle nostre attività principali consiste nell’assistere botanici, storici e storici dell'arte di tutto il mondo che richiedono i nostri campioni per i loro studi. Si può pensare a un erbario come a una biblioteca che contiene piante anziché libri. Riceviamo richieste di consultazione quasi ogni giorno. I campioni possono essere esaminati qui a Firenze, oppure inviati in prestito. In quest'ultimo caso ci sono regole precise da seguire, perché le piante della nostra collezione sono considerate beni culturali. Le inviamo ad altri erbari della nostra rete internazionale affinché i ricercatori possano studiarle in un ambiente controllato.

Ci sono però alcuni esemplari di piante che consideriamo troppo preziosi per il prestito, in particolare i campioni typus, gli esemplari originali utilizzati per descrivere o definire formalmente una specie per la prima volta. Questi campioni sono spesso unici. Digitalizzarli come fotografie ad alta risoluzione rende possibile l'accesso, anche se la creazione dell’archivio digitale è ancora all’inizio e solo 90.000 dei nostri campioni sono stati digitalizzati finora. Di questi, circa 20.000 sono campioni typus. Ma grazie ai finanziamenti del PNRR nei prossimi tre anni digitalizzeremo l'intera collezione, un lavoro enorme. Molti dei campioni typus presenti nel nostro archivio devono ancora essere identificati, e senza il contributo dei ricercatori potremmo non comprendere mai appieno il significato di alcuni dei nostri esemplari.

Ci sono molte storie nascoste nelle piante essiccate di un erbario. Una delle nostre collezioni storiche è l'Erbario Beccari, che contiene esemplari raccolti in Malesia dal naturalista ed esploratore Odoardo Beccari. Oggi sappiamo che i suoi resoconti sul Borneo furono tra le fonti utilizzate dal famoso scrittore Emilio Salgari: senza mai lasciare l'Italia, Salgari riuscì a descrivere accuratamente queste terre nei suoi romanzi del ciclo di Sandokan proprio grazie alle descrizioni di Beccari sugli usi, i costumi e l'ambiente naturale malese.

Per gli scienziati odierni un erbario funge soprattutto da archivio di specie recentemente o localmente estinte. Per esempio, la nostra collezione contiene gli ultimi campioni di piante che un tempo vivevano nelle zone umide della Toscana, oggi perse a causa delle bonifiche. Una parte significativa della nostra collezione è poi costituita da specie esotiche, che stanno diventando un problema sempre più preoccupante: poiché ogni campione è geolocalizzato al momento della raccolta, possiamo usarli per seguire la diffusione di specie invasive o esotiche. Gli esemplari dell'erbario possono anche essere utilizzati per raccogliere piccoli frammenti da sottoporre ad analisi del DNA e migliorare la tassonomia delle piante.

Ho iniziato a occuparmi di questo settore dopo una formazione tecnica in scienze agrarie e un dottorato di ricerca in botanica sistematica, e lavoro all'erbario da più di 30 anni. La maggior parte dei miei colleghi più giovani proviene dalle scienze naturali e biologiche o dalla conservazione dei beni culturali. Siamo comunque un team molto piccolo, e la gestione di questa incredibile collezione è una sfida quotidiana.