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Ricercatrici e ricercatori in Italia sono in attesa dei risultati di un bando da 50 milioni di Euro per progetti individuali lanciato nel 2021. Credit: Maxiphoto/ iStock / Getty Images Plus.

Al momento del suo lancio alla fine del 2021, il "Fondo italiano per la scienza" (FIS) venne accolto con grandi aspettative dai ricercatori italiani. Finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e ispirato ai programmi del Consiglio Europeo della Ricerca, era il primo programma di finanziamento pubblico per progetti di ricerca individuali in Italia. Secondo i piani iniziali, ci sarebbe stato un bando FIS ogni anno per almeno tre anni, con un budget annuale di 50 milioni di euro per il 2021 e di 150 milioni di euro a partire dal 2022.

Ma con i partecipanti al bando del 2021 ancora in attesa di conoscere l’esito, e con un secondo bando che non si è ancora concretizzato, le aspettative stanno lasciando il posto a preoccupazione e delusione. "Bandi regolari e affidabili sono necessari per consentire a un laboratorio di gestire le finanze e pianificare gli esperimenti", spiega Luca Bonini, professore all'Università di Parma e vincitore del bando ERC Consolidator. Alcuni giovani del suo laboratorio hanno partecipato al bando 2021, e altri sarebbero interessati a candidarsi al prossimo. Bonini fa notare che i progetti di ricerca rischiano di diventare obsoleti se passa più di un anno dalla domanda.

Nature Italy è a conoscenza del fatto che alcuni scienziati sono stati contattati solo a marzo di quest’anno per fare da revisori per il bando 2021, il che suggerisce che potrebbero passare ancora mesi prima che vengano annunciati i vincitori.

Il secondo bando FIS era previsto per giugno 2022 e Miriam Melis, biologa e professoressa all'Università di Cagliari, definisce il ritardo "ingiustificabile". Inizialmente era interessata al bando, ma nel frattempo ha vinto una borsa di studio ERC e quindi non sarebbe più eleggibile.

In una e-mail a Nature Italy, l'ufficio stampa del Ministero dell'Università e Ricerca ha scritto che “il regolamento che disciplina la procedura del FIS, firmato dal Ministro, è stato inviato agli organi di controllo per la registrazione. Terminata tale fase, si potrà procedere con il nuovo bando”, che “sarà pubblicato nel corrente anno”.

Quando finalmente arriverà il nuovo bando, alcuni ricercatori sperano che possa correggere un limite che ravvisavano nel primo. Il programma FIS assegna starting grants a scienziati che hanno conseguito il dottorato di ricerca almeno 2 anni e non più di 10 anni, e advanced grants a tutti gli altri. Ma l'ERC, l’ispirazione originale del programma, prevede anche un grant “consolidator" per gli scienziati che hanno completato il dottorato da 7 a 12 anni prima del bando, e riserva gli "advanced grant" a quelli con almeno 10 anni di "risultati significativi" all'attivo.

"Avendo 40 anni, appartengo alla fascia dei grant avanzati, ma non posso competere con un professore di 65 anni", spiega Francesco Pasqualini, vicepresidente di ERC in Italy, un'associazione no-profit di vincitori di borse ERC costituita per promuovere la ricerca in Italia. “Allo stesso tempo, chi ha conseguito il dottorato da due anni farà fatica a competere con chi lo ha terminato dieci anni prima".

Questa disparità di condizioni può compromettere carriere promettenti. Alcune organizzazioni no profit stanno cercando di colmare questa lacuna. Per esempio, l'Associazione Italiana per la Ricerca sull'Alzheimer e la Fondazione Giovanni Armenise Harvard hanno recentemente lanciato una borsa di studio da 100.000 dollari per lo studio delle malattie neurodegenerative, aperta solo a scienziati che abbiano diretto un laboratorio indipendente per almeno cinque, ma non più di dodici anni.

"Questo divario spesso mette a rischio la carriera perché impedisce di consolidare i risultati ottenuti in laboratorio nelle fasi precedenti", spiega Serena Carra, professore associato dell'Università di Modena e prima assegnataria di questa iniziativa “mid-career”.

"L'Italia ha bisogno di una sorta di consolidator", concorda Melis, che di recente ha vinto proprio questo tipo di borsa ERC. "Il PNNR ha posto molta enfasi sulla generazione più giovane, il che è positivo, ma non tiene conto del fatto che in Italia gli scienziati diventano indipendenti più tardi rispetto ad altri Paesi europei".