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La battaglia di Himera, nel 480 a.C., in una illustrazione riportata su una figurina da collezione Liebig, della serie 'La Sicile historique'. Credit: Lebrecht Music & Arts / Alamy Stock Photo.

Un'analisi genetica dimostra che negli eserciti greci antichi i mercenari potrebbero aver avuto un ruolo più grande di quello stimato finora dagli storici.

Uno studio del DNA antico dei resti di circa 20 soldati sepolti in fosse comuni nella necropoli di Himera, una colonia greca nella Sicilia nord-occidentale, ha rivelato la presenza di migranti provenienti da regioni eurasiatiche molto lontane dalla Sicilia e dalla Grecia.

I resti risalgono al V secolo a.C., quando Himera fu attaccata due volte dai Cartaginesi. Nella prima battaglia del 480 a.C., gli abitanti della città prevalsero con l'aiuto di altre due colonie greche, Agrigento e Siracusa, i cui tiranni potevano permettersi di assumere mercenari per mantenere il controllo sulle loro città.

Nella seconda battaglia del 409 a.C., gli abitanti di Himera combatterono da soli e furono sconfitti dai Cartaginesi. L'analisi genetica mostra che i soldati della seconda battaglia erano solo di ascendenza siciliana e greca, mentre quelli che combatterono nella prima avevano un'ascendenza più varia.

"I nostri risultati ribadiscono l'importanza dei mercenari", afferma David Caramelli, antropologo dell'Università di Firenze e uno dei principali autori dello studio1. "Erano considerati inferiori agli eroici soldati cittadini greci, ma il loro contributo potrebbe essere stato decisivo per la vittoria nella prima battaglia”.

Gli storici hanno spesso sminuito il ruolo dei soldati professionisti nel periodo greco classico. Tuttavia, nel 2021 un'analisi degli isotopi nello smalto dei denti estratti dai resti di quasi 60 soldati nel sito di Himera ha indicato che individui non locali combatterono nella prima battaglia, mentre solo locali furono coinvolti nella seconda2. I dati isotopici riflettono l'idrologia e la geologia del luogo in cui una persona è nata e cresciuta, ma non possono fornire informazioni sull'origine geografica dei suoi antenati.Per rispondere a questa domanda, il nuovo studio ha confrontato i dati genomici di un sottoinsieme dei 60 soldati studiati nel 2021, tra cui 16 soldati coinvolti nella prima battaglia e cinque soldati della seconda battaglia, utilizzando come riferimento i dati genetici di individui antichi e attuali provenienti da Europa, Caucaso e Asia centrale.Sette soldati della battaglia del 480 a.C. e tutti i cinque soldati della battaglia del 409 a.C. discendono dai Greci e dai Sicani, la popolazione indigena che abitava la Sicilia prima della colonizzazione. Questi dati suggeriscono che "erano probabilmente i discendenti dei colonizzatori greci della Sicilia, e che i matrimoni tra greci e siciliani erano comuni", scrivono gli autori.I restanti nove soldati della battaglia del 480 a.C. avevano invece antenati che appartenevano a popolazioni originarie dell'Europa centrale, della Lituania, del Caucaso e dell'Asia centrale. Correlando i dati genetici e isotopici, i ricercatori concludono che i soldati con ascendenze non greche erano nati lontano dalla Sicilia e probabilmente erano migranti di prima generazione.Questa ipotesi è supportata anche dal fatto che i soldati di ascendenza greca sono stati trovati sepolti insieme e con maggiore cura in una specifica area della necropoli, mentre i resti del gruppo geneticamente più eterogeneo sono stati trovati in un'altra area, dove erano seppelliti più cadaveri, spesso dopo essere stati trascinati.

Questo suggerisce che la prima area fosse destinata ai soldati che avevano maggior prestigio tra i sopravvissuti, "ma l'identità culturale di un individuo, che può essere dedotta da marcatori archeologici come i manufatti funerari, può non corrispondere alla sua ascendenza genetica", dice Silvia Ghirotto, antropologa dell'Università di Ferrara non coinvolta nello studio, "per questo l'analisi del DNA antico è decisiva per capire l'origine di quei soldati".