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Un momento dell'allestimento del museo Darwin-Dohrn a Napoli. Altre immagini dall'allestimento si trovano sul post Instagram collegato a questo articolo. Credit: Rosario Balestrieri.

I turisti in viaggio a Napoli possono aggiungere una nuova destinazione scientifica al loro itinerario. Il Museo Darwin-Dohrn, dedicato alla vita marina e alla storia del suo studio, ha aperto a dicembre nella Villa Comunale, sul lungomare della città. Fa parte della Stazione Zoologica Anton Dohrn, uno dei più importanti centri di ricerca europei sulla biologia marina, e ospita uno storico acquario.

Il museo è ospitato nella Casina del Boschetto, un gioiello architettonico abbandonato degli anni '40, restaurato allo scopo. "La Casina era vandalizzata e fatiscente quando abbiamo iniziato i lavori di restauro" dice Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica. "Ora il museo diventa un’ulteriore testimonianza della visione di Anton Dohrn".

Anton Dohrn era uno zoologo tedesco nato nel 1840, che sostenne la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin e contribuì ad essa con le sue ricerche di embriologia. Sognava di fondare stazioni scientifiche sulle coste del Mar Mediterraneo per studiarne la storia naturale e la biologia. Nel 1872 fondò la Stazione Zoologica di Napoli, combinando visione scientifica e intuizioni imprenditoriali. Voleva che l'acquario servisse sia a raccogliere fondi per la ricerca scientifica che a divulgare la biologia marina. Iniziò quindi ad affittare i laboratori della stazione, la grande biblioteca e le collezioni di esemplari agli studiosi che venivano a Napoli. In questo modo, trasformò la Stazione in un centro scientifico vivace, culturale e finanziariamente sostenibile.

Dohrn aveva una stretta relazione con Charles Darwin. Il museo, che prende il nome da entrambi gli scienziati, espone la loro corrispondenza completa e la usa per raccontare la storia di come la ricerca condotta a Napoli abbia contribuito alla teoria dell'evoluzione. Ospita anche più di 10.000 esemplari di 3.000 specie diverse, compresi alcuni che sequestrati durante il contrato al commercio illegale, come gusci di tartaruga o coralli.

La visita è organizzata lungo percorsi didattici incentrati sull'origine della vita nei mari antichi, sulla biodiversità marina, sul ruolo del mare nella storia della civiltà umana. "Vogliamo anche promuovere un approccio pratico alla scienza, grazie a un laboratorio didattico dove i visitatori possono esplorare la microscopia" spiega Claudia Gili, direttore del dipartimento Conservazione Animali Marini e Public Engagement della Stazione Zoologica.

Il concept del museo è strettamente legato alle attività scientifiche della Stazione Zoologica. "Studiamo la vita dal livello molecolare alla scala ecologica, attraversando tutti i campi della biologia, dell'embriologia, della biotecnologia, della genetica, della fisiologia e anche delle scienze comportamentali" dice Danovaro. L'istituto ha anche centri di monitoraggio nel golfo di Napoli e sull'isola di Ischia, oltre a navi da ricerca, che eseguono misurazioni marine e forniscono dati ai cinque dipartimenti di ricerca.

Questa visione interdisciplinare si riflette anche nei percorsi del museo. "Parliamo ai visitatori di plastica, di inquinamento acustico sottomarino e di comportamento degli animali" dice Gili. "Puntiamo a educare anche sulla crisi climatica, e soprattutto a sensibilizzare i bambini".

Lo scorso giugno anche lo storico acquario della Stazione Zoologica, a pochi passi dal museo, è stato riaperto al pubblico dopo un lungo restauro. "C'è stato un lavoro enorme, dalle vasche dei pesci che perdevano a ingenti danni ai pilastri, ma nonostante alcuni rallentamenti burocratici, abbiamo fatto un buon lavoro" dice Danovaro.