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Palazzo Italia, incubator labs and Tree of Life at the Human Technopole site in Milan. Credit: Human Technopole.

Una consultazione pubblica di due mesi, che ha coinvolto i rappresentanti delle università e degli istituti di ricerca, ha portato a una lista di proposte per nuove infrastrutture di ricerca sulle scienze della vita da costruire a Milano, a cui potranno accedere tutti i ricercatori italiani. Scienziate e scienziati contattati da Nature Italy accolgono con favore queste infrastrutture condivise, così come il processo usato per selezionarle. Ma non è ancora chiaro quanto tempo occorrerà per costruirle.

Le nuove strutture sono descritte in una convenzione firmata a fine 2020 dai ministeri dell'Università e della Ricerca, della Salute e dell'Economia ,e dalla Fondazione Human Technopole (HT). Situato a Milano, HT fu lanciato nel 2015 come istituto di ricerca focalizzato su genomica, big data, invecchiamento e nutrizione, con l'obiettivo di ospitare fino a 1.600 ricercatori. All’epoca, il governo italiano decise di stanziare 150 milioni di euro all'anno per 10 anni per il centro, tra le critiche di molti scienziati che lamentavano una mancanza di trasparenza e coinvolgimento nel processo.

La nuova convenzione dà a HT, guidato dal 2019 dall'ex direttore generale del Laboratorio europeo di biologia molecolare, Iain Mattaj, la missione aggiuntiva di costruire piattaforme nazionali (PN) aperte a tutta la comunità scientifica nazionale, utilizzando il 55% del bilancio annuale del centro.

Ogni piattaforma includerà tecnologie all'avanguardia, materiali e personale specializzato, che gli scienziati italiani di qualsiasi istituzione potranno utilizzare per i loro esperimenti. A regime, le PN potranno contare su 77 milioni di euro all'anno per il funzionamento. Un modello simile è utilizzato per lo SciLifeLab di Stoccolma, lanciato nel 2010. La sua infrastruttura genomica offre generazione e analisi di sequenze di DNA su larga scala, ed è accessibile agli scienziati di tutto il paese.

La lista effettiva delle piattaforme italiane sarà decisa attraverso una consultazione in due fasi. Nella prima fase, che è durata dal 23 luglio al 30 settembre, è stato inviato un questionario ai rappresentanti di oltre 160 istituzioni coinvolte nella ricerca sulle scienze della vita, come le università, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), gli enti pubblici di ricerca e i membri italiani dello European Strategy Forum on Research Infrastructures (ESFRI).

Durante il processo, oltre 90 istituzioni, tra cui la maggior parte degli IRCCS, hanno accettato di proporre congiuntamente una lista di dieci piattaforme su genomica e sequenziamento, genomica a singola cellula, ingegneria cellulare per vettori, imaging umano, imaging animale, imaging cellulare e molecolare, metabolomica e proteomica, bioinformatica, scoperta e sviluppo di farmaci e biologia strutturale. Ulteriori proposte possono arrivare dalle altre istituzioni coinvolte.

Fabrizio Tagliavini della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, che ha coordinato la rete degli IRCCS durante la consultazione, dice che il processo segna un cambio di passo per la ricerca italiana e rappresenta un modello per gli investimenti pubblici, perché si basa sul principio che i fondi devono essere assegnati dopo una discussione trasparente con esperti del settore.

Un comitato tecnico analizzerà ora tutte le proposte e poi lancerà una consultazione di secondo livello, che darà all’intera comunità scientifica italiana la possibilità di proporre modifiche o aggiunte alla lista. Alla fine, il comitato definirà una lista prioritaria di piattaforme da costruire presso la sede di Human Technopole a Milano.

Una volta che le piattaforme saranno attive, l'accesso ad esse sarà continuo durante l'anno e allocato su base competitiva. Una commissione indipendente di otto membri valuterà le richieste in base alla qualità scientifica del progetto, e i costi degli esperimenti saranno coperti dal budget delle piattaforme stesse.

"Le piattaforme saranno di tutti e per tutti" dice Elena Cattaneo, esperta di cellule staminali e Senatrice a vita, che definisce il processo "regolamentato, trasparente e senza precedenti nel paese" e vorrebbe che ricercatori giovani e meno giovani avessero lo stesso diritto di accesso competitivo alle NP per portare avanti i loro progetti, indipendentemente dalla loro appartenenza. "Tutto questo senza sottrarre risorse dalla Fondazione HT" aggiunge Cattaneo.

"Questi 77 milioni di euro all'anno per le piattaforme comuni, insieme agli 11,7 miliardi di euro del piano nazionale di ripresa e resilienza, possono rappresentare un punto di svolta per la ricerca italiana", dice Gennaro Ciliberto, professore di biologia molecolare all'Istituto Nazionale Tumori di Roma e presidente della Federazione Italiana Scienze della Vita.

La lista delle piattaforme deve essere finalizzata nella prima metà del 2022, ma Mattaj dice che è ancora presto per dire quando saranno pronte, e che ci vorranno alcuni anni prima che gli edifici, le attrezzature e le persone siano a posto. Aggiunge che, se la consultazione dovesse raccomandare una struttura che HT sta già costruendo per i propri progetti scientifici, sarà meglio aumentarne la capacità piuttosto che costruirne una seconda. "La nostra intenzione è sempre stata quella di dare agli utenti esterni l'accesso alle strutture che stiamo creando, e sarebbe un uso inefficiente del denaro pubblico duplicare una struttura", dice.

"Le aspettative sono enormi, e il tempo di attuazione dipende da Human Technopole", dice Gelsomina Pappalardo, delegata italiana per ESFRI.