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Rispettare la fila e indossare mascherine sono esempi di norme sociali. Credit: FilippoBacci/ E+/ Getty images

Le norme sociali sono regole di comportamento informali che possono favorire il coordinamento sociale. Indossare una maschera ed evitare le strette di mano per ridurre il rischio di infezioni da COVID-19, o usare la bicicletta invece dell'auto per ridurre le emissioni di gas serra, o semplicemente rispettare una coda, sono esempi di norme sociali a cui molte persone aderiscono anche se non sono scritte nella legge. Ma nonostante siano così importanti, il modo in cui le norme sociali emergono e regolano la cooperazione tra estranei è poco compreso.

Un team di ricercatori in Italia, Spagna e Svezia ha studiato il legame tra norme sociali e rischio collettivo in un esperimento online durato 30 giorni. Lo studio ha coinvolto 286 persone, assegnate casualmente a gruppi di sei individui che venivano rimescolati ogni giorno. Ogni giorno, tutti i partecipanti di un gruppo iniziavano con 100 ‘punti’ e dovevano decidere quanti punti donare per evitare un rischio collettivo. Quando le donazioni raggiungevano una soglia predeterminata (sconosciuta ai partecipanti, ma pari a 300 punti) i membri del gruppo potevano tenere i punti che non avevano donato. Altrimenti, rischiavano di perdere tutto.

Il risultato effettivo dipendeva da una sorta di lancio della moneta manipolato dai ricercatori: in alcuni turni di gioco i partecipanti avevano il 40% di probabilità di mantenere i loro punti anche quando la soglia non veniva raggiunta; in altri, la probabilità era solo del 10%. Metà dei partecipanti ha trascorso le prime due settimane dell'esperimento nello "scenario ad alto rischio" e le altre due settimane in quello "a basso rischio". L'altra metà ha avuto l'esperienza opposta. Prima di ogni turno i partecipanti venivano intervistati sulle loro aspettative rispetto a ciò che gli altri avrebbero fatto, e al termine venivano informati sul contributo dei membri del loro gruppo. L'ultimo giorno, i partecipanti avevano la possibilità di ‘punire’ un altro giocatore non cooperativo.

Nel contesto 'ad alto rischio', il contributo medio e la capacità dei gruppi di raggiungere la soglia di donazioni erano più alti rispetto a quello 'a basso rischio', il che dimostra che erano emerse norme sociali condivise. I partecipanti che avevano appreso prima quelle norme nei gruppi ad 'alto rischio' tendevano ad abbandonarle lentamente dopo essere passati al setting a 'basso rischio'. Al contrario, quelli che passavo da basso ad alto rischio a metà dell'esperimento aumentavano rapidamente i loro contributi medi dopo il cambiamento.

"Siamo stati in grado di mostrare come le norme sociali si siano co-evolute con il comportamento, e come questa co-evoluzione sia stata influenzata dal rischio di disastri collettivi" spiega Aron Szekely del Collegio Carlo Alberto di Torino, primo coautore dello studio1 assieme a Francesca Lipari della Universidad Carlos III di Madrid. "Abbiamo osservato che le aspettative sul comportamento degli altri sono uno stimolo sorprendentemente forte per la cooperazione", aggiunge Giulia Andrighetto dell'Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive di Roma (ISTC-CNR), leader dello studio. "Credere che gli altri credano che quello che stai facendo è giusto è uno stimolo molto più potente rispetto a credere che quello che stai facendo ti porterà benefici ".

Secondo Maria Carmela Agodi, docente di sociologia all'Università di Napoli, non coinvolta nello studio, "i dati forniti in questo studio sono di grande valore, grazie alla chiarezza metodologica. Lo studio suggerisce inoltre che i policy-maker dovrebbero tenere conto delle aspettative, distinguendo tra la compliance, in cui gli individui obbediscono alle regole senza legittimarle, e l'accordo, che comporta la legittimazione".