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Credit: Design_Cells/ Shutterstock Image.

I neuroni specchio sono stati scoperti all'Università degli Studi di Parma negli anni '90, e descritti inizialmente come cellule nervose nella corteccia frontale e premotoria dei macachi che si attivano sia quando la scimmia esegue un movimento, sia quando osserva lo stesso movimento compiuto da un'altra scimmia o da un umano. La presenza di un sistema "specchio" (il termine descrive una stretta corrispondenza tra esecuzione e osservazione dei movimenti) è stata poi confermata anche negli esseri umani, ma non in altre specie, indicando che questa potrebbe essere una caratteristica peculiare dei primati. Gli scienziati hanno teorizzato che i neuroni specchio permettano la comprensione del significato delle azioni altrui, e costituiscano la base neurale dell'apprendimento per imitazione e dell'empatia.

Secondo la descrizione originale, i neuroni specchio non si attivano quando si osserva uno stimolo non biologico, come il movimento di uno strumento o un oggetto. Ora un team guidato da Luca Bonini, sempre all'Università di Parma, ha fatto eseguire a macachi diversi esperimenti basati sulla presa di oggetti, registrando l'attività di diverse regioni cerebrali coinvolte nell'esecuzione e nell'osservazione delle azioni. Come previsto, i neuroni specchio si attivavano sia quando le scimmie afferravano oggetti di forme diverse, sia quando guardavano un umano afferrarli. Ma gli stessi neuroni entravano in azione anche quando la scimmia guardava un cilindro di metallo muoversi verso l'oggetto, con un movimento che non ricordava quello di un vero braccio. "Abbiamo esaminato l'intera popolazione neurale della regione e ci siamo resi conto che, anche se il livello di attivazione è diverso, i neuroni specchio si attivano indipendentemente da come viene eseguito il compito osservato", spiega Davide Albertini, primo autore dello studio sul Journal of Neurophysiology1.

Non solo, ma gli schemi di attivazione neurale per l'osservazione di stimoli biologici e non biologici erano più simili tra loro di quanto non fossero quelli per l'esecuzione e l'osservazione di movimenti biologici. "Il nostro lavoro dimostra che l'attivazione di quei neuroni nell'area premotoria e motoria è una risposta passiva all'osservazione di un'azione", dice Albertini.

"Per la prima volta, viene segnalata una non corrispondenza tra l'azione e l'osservazione," dice Vassilis Raos, professore associato all'Università di Creta e coautore di alcuni degli studi seminali sui neuroni specchio, che non è stato coinvolto nello studio. "Questa scoperta apre una nuova era nello studio delle proprietà fondamentali dei neuroni specchio".

Secondo Gregory Hickok, professore di scienze cognitive all'Università della California a Irvine e critico della teoria originale dei neuroni specchio, "questa è un'ulteriore conferma che il sistema dei neuroni specchio non è la base della comprensione delle azioni". Il nuovo studio, fa notare, dimostra non solo che i neuroni specchio rispondono a stimoli non biologici, ma che questi non devono nemmeno includere l’azione fondamentale (in questo caso, afferrare l'oggetto) per attivare la rete.