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Roma, 24 Febbraio 2021: il primo giorno di vaccinazione di massa per gli insegnanti. Credit: Sara De Marco / Alamy Stock Photo.

Le discussioni sulla vaccinazione contro il COVID-19, e su come aumentare l'adesione alla campagna vaccinale, sono al centro del dibattito in diversi paesi, e i media dedicano un'attenzione significativa alle cosiddette posizioni “no-vax”. I nuovi dati sugli atteggiamenti verso la vaccinazione che abbiamo raccolto in Italia con l’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società* rivelano tendenze interessanti.

Innanzitutto, la disponibilità a farsi vaccinare è aumentata in modo significativo e in maniera costante nella popolazione italiana da quando i vaccini sono stati annunciati per la prima volta alla fine del 2020. Secondo i dati più recenti, l'85% degli italiani si è già vaccinato o ha intenzione di farlo presto (fig.1).

Le posizioni "no-vax" dure e pure (coloro che non hanno intenzione di vaccinarsi a causa di un'opposizione ideologica) rappresentano in realtà una piccola minoranza (2%), anche se abbastanza rumorosa e visibile.

Figura 1. Fonte: Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, 2021.

D'altra parte, i cittadini che esitano a farsi vaccinare spiegano il loro atteggiamento per lo più con il timore di possibili effetti collaterali. Queste preoccupazioni dovrebbero essere affrontate chiaramente e apertamente dalle istituzioni, piuttosto che essere ignorate o considerate come pregiudizi irrazionali. La confusione e l'incertezza nel comunicare le decisioni sul vaccino di AstraZeneca non hanno certo aiutato in questo senso.

A dispetto di un diffuso stereotipo, i social media giocano un ruolo molto modesto nell’informazione sui vaccini e sulla situazione pandemica. Solo il 6% degli intervistati menziona i contatti dei social media e i forum sul web come fonte principale di informazioni, e solo il 4% considera tali contatti e forum la fonte di informazione più affidabile (figure 2, 3). Inoltre, molti di coloro che hanno sentito parlare di questioni relative alla sicurezza delle vaccinazioni nei social media hanno in seguito cercato chiarimenti su questo argomento dal proprio medico di base.

Figura 2. Fonte: Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, 2021.

In generale, il ruolo dei medici di base come fonte di informazioni chiave sulla pandemia è aumentato significativamente durante l'ultimo anno, con un cittadino su cinque che ora considera il proprio medico di base il riferimento principale.

Allo stesso tempo, più di un terzo continua a basarsi principalmente sulle indicazioni provenienti dalle fonti istituzionali (Ministero della Salute, Dipartimenti Sanitari Regionali), una tendenza osservata fin dalle prime fasi della pandemia.

Figura 3. Fonte: Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, 2021.

Sul ruolo comunicativo degli esperti, il giudizio è meno positivo. Il 71% degli italiani pensa che ci sia stata un'eccessiva esposizione degli esperti scientifici sui media; altri due terzi si rammaricano del fatto che spesso gli esperti abbiano finito per parlare di argomenti su cui non erano necessariamente competenti (ad esempio, virologi che commentano le politiche scolastiche o gli impatti del lockdown sulla salute mentale) (fig.4). Questo fattore non deve essere sottovalutato in termini di impatto comunicativo, considerando anche che la TV (dove sono apparse numerose accese discussioni tra esperti) è citata dagli intervistati come la principale fonte di notizie che mettono in dubbio la sicurezza dei vaccini COVID-19.

Figura 4. Fonte: Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, 2021.

Nel complesso, i nostri dati indicano una crescente responsabilità e rilevanza della comunicazione da parte delle istituzioni e dei medici. La comunicazione istituzionale dovrebbe aumentare e concentrare gli sforzi per affrontare le preoccupazioni rilevanti dei cittadini esitanti riguardo ai possibili effetti collaterali della vaccinazione, piuttosto che impegnarsi nel contrasto alle radicali (ma largamente minoritarie) posizioni no-vax. In questo senso, i medici di base possono giocare un ruolo sempre più rilevante, che potrebbe essere ulteriormente sostenuto da un'adeguata comunicazione istituzionale.