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Colobopsis imitans. Credits: Daniele Giannetti, Università di Parma.

Le formiche costituiscono una grande porzione della biomassa animale e sono una componente chiave degli ecosistemi, poiché, come poche altre specie tra cui gli esseri umani, manipolano il loro ambiente. La biodiversità delle formiche è cruciale, ma la sua stima è ostacolata dalla difficoltà di distinguere le diverse specie basandosi solo sul loro aspetto.

Questa difficoltà è stata evidenziata da un team internazionale di scienziati guidati da Enrico Schifani e Donato Grasso dell'Università di Parma, il cui lavoro ha portato alla scoperta di una nuova specie di formica1. La nuova specie, Colobopsis imitans, era sempre stata confusa con la simile Colobopsis truncata, ma un approccio multidisciplinare basato su etologia, morfologia, ecologia, genetica e biogeografia ha portato alla sua identificazione come specie distinta.

Il primo indizio, spiega Donato Grasso, è venuto dall'osservazione di due diverse forme di mimetismo tra le formiche Colobopsis. Alcune di loro seguono i percorsi alla ricerca di cibo della formica Crematogaster scutellaris e imitano anche la sua colorazione. "Tuttavia, la vera Colobopsis truncata assomiglia piuttosto ad un'altra specie di formica, Dolichoderus quadripunctatus" dice Grasso. Le formiche Colobopsis imitano altre specie, presumibilmente come strategia difensiva: si fingono formiche aggressive o di gusto sgradevole, e si mescolano con esse, per evitare i predatori.

Per confermare che le formiche Colobopsis che imitano Crematogaster scutellaris fossero davvero una nuova specie, i ricercatori hanno raccolto dati sulla loro morfologia e colorazione (anche affidandosi a piattaforme di immagini di citizen science), hanno sequenziato il loro DNA e mappato la loro distribuzione geografica.

Mentre Colobopsis truncata è ampiamente distribuita in tutta l'Europa e l'Asia occidentale, Colobopsis imitans sembra avere una gamma più limitata, che copre la Sicilia, la penisola iberica meridionale e il Maghreb, probabilmente in corrispondenza della distribuzione delle specie di formiche che imitano. I dati genetici e morfometrici suggeriscono che la speciazione è avvenuta recentemente, e che il mimetismo di diverse specie di formiche agisce come un rapido motore di differenziazione fenotipica.

"Schifani e colleghi sono come investigatori alla ricerca di nuove specie di formiche", dice Brian Fisher, curatore di Entomologia alla California Academy of Sciences, che non è stato coinvolto in questo studio. "Dopo le loro osservazioni iniziali, hanno raccolto prove convincenti per dimostrare che due specie affini di formiche erano in realtà coinvolte nello stesso meccanismo di mimetismo. Il mimetismo è molto diffuso tra le formiche, e questi autori hanno proposto un approccio efficace che altri detective potranno seguire”.

Lo studio è stato pubblicato sullo Zoological Journal of the Linnean Society, la stessa rivista su cui nel 1858 apparve un articolo fondamentale di Charles Darwin e Alfred Wallace sulla selezione naturale.