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Cabaña Verónica, sulla catena dei Picos the Europa nella Spagna settentrionale, dove si trovava uno dei paleoghiacciai ricostruiti dallo studio. Credit: Worldwide Picture Library / Alamy Stock Photo

Un gruppo di ricerca internazionale ha impiegato simulazioni 3D di antichi ghiacciai per ricostruire per la prima volta le precipitazioni in Europa durante il “Dryas recente”, un periodo di rapido raffreddamento climatico avvenuto tra 12.900 e 11.700 anni fa. La circolazione atmosferica così ricostruita appare simile a quella ora in atto sull’Europa settentrionale, per cui lo studio può aiutare a perfezionare i modelli climatici esistenti.

Il team ha dapprima passato in rassegna la letteratura scientifica per identificare i siti di 120 ghiacciai che, durante il Dryas recente, si estendevano su un’area dalla Norvegia al Marocco, e dai Balcani alla Turchia verso est. Benché siano ormai scomparsi, questi ghiacciai hanno lasciato tracce geologiche sulle montagne che un tempo li ospitavano. I dati di queste tracce sono stati inserite in un software che le ha usate per ricostruire modelli 3D della massa e della superficie di ghiaccio. I ricercatori volevano, in particolare, calcolare la linea di equilibrio di ciascun ghiacciaio, ossia il punto in cui la quantità di precipitazione nevosa durante un anno equivale alla quantità di neve o di ghiaccio scioltasi nello stesso periodo. Le simulazioni sono state poi validate confrontandole con ghiacciai esistenti in Europa.

Poiché le linee di equilibrio dipendono dalla temperatura e dalle precipitazioni, i ricercatori hanno potuto impiegarle per ricostruire le condizioni atmosferiche a quel tempo, in particolare il movimento delle correnti a getto polari, potenti venti che controllano gli andamenti climatici stagionali.

Il risultato, pubblicato su Science Advances1, è il ritratto più chiaro mai ottenuto della circolazione atmosferica alla fine dell’ultima glaciazione, che ebbe inizio 115.000 anni fa e che si concluse con il Dryas recente. Studi precedenti avevano usato altri metodi per ottenere informazioni sulle temperature dell’aria e della superficie del mare durante lo stesso periodo. “Tuttavia quegli studi dicono poco sulle precipitazioni atmosferiche, o sulla provenienza delle masse d’aria umide”, commenta Adriano Ribolini, professore associato all’Università di Pisa, coautore dello studio e che in particolare ha definito i parametri fisici e meccanici usati per ricostruire automaticamente la conformazione dei paleoghiacciai.

I venti e le precipitazioni ricostruite per il Dryas recente rivelano una notevole somiglianza con l’andamento della circolazione osservato attualmente sopra la Scandinavia – che i climatologi chiamano SCAND – benché l’andamento antico fosse spostato più a sud. “L’alta pressione e la barriera topografica formata dalla calotta di ghiaccio polare sopra la Scandinavia deviavano le correnti a getto polari dall’Atlantico settentrionale verso sud, raggiungendo così l’Europa occidentale e il Mediterraneo”, spiega Ribolini. Lo studio fornisce dati per confermare e perfezionare le simulazioni del clima attuale. Contribuisce, in particolare, a simulare gli effetti di cambiamenti nelle correnti a getto polari, che potrebbero essere causati dal riscaldamento globale.