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Una biobanca conserva i tessuti umani a scopo di trapianto. Ne esistono diverse sul territorio nazionale e quella di Treviso rappresenta un’eccellenza perché, a differenza di altre strutture, si occupa di tutte le fasi relative alla donazione.

I campioni vengono crioconservati, ovvero immersi in una soluzione avvolta in vapori di azoto portati a - 180 gradi centigradi. In questo modo è possibile garantire il loro utilizzo per circa cinque anni. Nella foto sto immergendo i tessuti nei loro contenitori. È uno dei momenti più affascinanti del mio lavoro, perché in quell’istante capisci che si sta creando una nuova possibilità di cura.

Quando parliamo di tessuti, intendiamo per esempio valvole cardiache, arterie, vene safene, ossa, tendini, cute, derma, nervi, tessuti oculari. Ma se dovessi indicare il mio preferito, sceglierei senza dubbio la placenta. Il motivo è duplice: viene donata in uno dei giorni più felici della vita di una persona e poi ha un potenziale di applicazione elevatissimo.

Diventare la direttrice della banca dei tessuti di Treviso è stato il coronamento di un percorso iniziato al termine del liceo scientifico. Dopo la laurea in biologia all’Università di Padova, ho vinto una borsa di studio che mi ha permesso di frequentare l'Université Pierre et Marie Curie a Parigi e specializzarmi nel laboratorio di ricerca dell'Hôpital Saint-Antoine nella stessa città. L'esperienza all'estero è stata la parte più stimolante della mia storia accademica. Non sono di certo mancati i sacrifici personali, che nel tempo hanno finito per riportarmi in Italia., dove nel 2013 sono stata assunta dall’istituto di Treviso. Fino al 2011 eravamo un'unità ospedaliera semplice. Poi, in meno di dieci anni, quella di Treviso è diventata la più grande banca in Italia dove vengono effettuati in un anno più di seimila interventi.

Ci occupiamo di tutte le fasi relative alla donazione dei tessuti, che inizia in sala operatoria con la loro raccolta, prosegue con la selezione e la valutazione dei donatori, arrivando alla lavorazione, conservazione e distribuzione dei campioni. L’obiettivo è fornire un tessuto umano per ripristinare una funzione persa nel ricevente.

Riceviamo donazioni da strutture in cui lavorano operatori della rete trapianti, che propongono la donazione ai pazienti. Dopo il prelievo e le verifiche sui campioni, si procede alla crioconservazione in vapori d'azoto, oppure al congelamento e liofilizzazione. Si tratta di dinamiche particolarmente puntuali: un solo errore potrebbe compromettere l’intera riuscita della procedura. Ho però la fortuna di coordinare un gruppo competente, con cui anche le attività più complesse si affrontano con grinta, collaborando con spirito di comunità. Spesso siamo chiamati anche nel cuore della notte per interventi urgenti di cardiochirurgia o chirurgia vascolare. Con il trasporto aereo riusciamo a distribuire il prima possibile tessuti in tutta Italia.

Sono anche presidente dell’Associazione italiana delle banche dei tessuti, e sono stata presidente di quella europea. Il mio lavoro occupa gran parte delle mie giornate e mi lascia poco tempo libero. Quello che mi resta lo dedico a passeggiate in natura, ad ascoltare la musica e a leggere. In cima alla mia playlist c’è Snow dei Red Hot Chili Peppers, sul mio comodino invece Illusioni perdute di Honoré de Balzac. A tutte quelle ragazze che vogliono investire in una carriera scientifica, dico di non aspettare che qualcuno apra la porta del settore che vi interessa. Piuttosto andate avanti voi e spingetela con forza.