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Tre tipi di cellule cerebrali: astrociti in rosso, neuroni piramidali in verde, e microglia in blu. Credit: selvanegra/ iStock / Getty Images Plus.

Un gruppo di ricercatori ha scoperto che un recettore presente nelle cellule immunitarie del cervello, note come microglia, controlla lo sviluppo e la maturazione delle aree della memoria e potrebbe avere un ruolo nella malattia di Alzheimer. Il risultato va ad aggiungersi alle molte prove del fatto che le cellule immunitarie del cervello non solo proteggono i neuroni dai danni, ma comunicano con loro per garantire il corretto funzionamento del cervello.

"Abbiamo scoperto che quando un recettore della microglia chiamato TREM2 non funziona correttamente, i neuroni della memoria nell'ippocampo mostrano anomalie nel loro metabolismo energetico durante lo sviluppo, con conseguenze a lungo termine", spiega Michela Matteoli, docente di Humanitas University a Milano e coordinatrice dello studio, pubblicato su Immunity1. L'ippocampo è coinvolto nel consolidamento dei ricordi ed è spesso danneggiato nei cervelli dei pazienti affetti da Alzheimer. I ricercatori hanno condotto studi su modelli animali e hanno scoperto che quando TREM2 manca nella microglia, i neuroni hanno meno mitocondri - gli organelli che fanno da "centrali energetiche" delle cellule - e con funzionalità ridotta.

Se confermato in modelli umani, questo risultato potrebbe rivelarsi importante per lo studio delle malattie del neurosviluppo e neurodegenerative. Alcune varianti di TREM2 sono già state associate a una maggiore suscettibilità alla malattia di Alzheimer.

"Una delle nostre sfide future è scoprire come TREM2 e la microglia riescano a inviare informazioni ai neuroni", spiega Matteoli. "Un'ipotesi è che TREM2 rilasci fattori come le citochine che possono agire come messaggeri. Un'altra è che la comunicazione tra microglia e neuroni comporti un contatto fisico". Matteoli spiega che il gruppo inizierà a studiare quest'ultima ipotesi in modo più approfondito, grazie alla collaborazione con un'équipe di Budapest che ha già dimostrato i contatti tra microglia e neuroni in fasi embrionali utilizzando tecniche di microscopia ad alta risoluzione.

"Questa scoperta è interessante per le future ricerche sulle prestazioni cognitive e sulla memoria, perché mentre il ruolo delle microglia nella memoria è noto da molti anni, questa è la prima volta che i ricercatori hanno identificato un pulsante molecolare per la memoria in TREM2, che in precedenza si pensava giocasse solo un ruolo immunitario", afferma Roberto Furlan, direttore dell'Istituto Neurologico dell'Ospedale San Raffaele di Milano.