Read in English

Una femmina di macaco rhesus nello stato indiano di Himachal Pradesh. Credit: Timothy Gonsalves/CC BY-SA 4.0.

Come gli esseri umani, le scimmie hanno un senso innato del ritmo. Ma, a differenza degli esseri umani, sembrano avere un senso della melodia scarso o nullo, secondo una ricerca guidata da studiosi italiani.

La sensibilità musicale è una caratteristica comune a tutte le culture nel corso dei secoli e si può osservare anche nella risposta dei neonati alle ninne nanne e ad altre musiche, il che indica che si tratta di una qualità umana innata. Ma Giacomo Novembre e Roberta Bianco, neuroscienziati dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Roma, credono che la nostra apparente predisposizione alla musica potrebbe essere in parte acquisita nelle prime fasi della vita.

Per fugare almeno in parte i dubbi Novembre e Bianco, insieme a colleghi di Roma, del Regno Unito e dei Paesi Bassi, hanno studiato il comportamento di due macachi rhesus che non avevano mai ascoltato musica. L'idea era di stabilire se i primati fossero in grado di anticipare spontaneamente ciò che seguiva a specifiche sequenze di note contenute in diverse sonate per violino e partite per flauto di Bach.

Per farlo, hanno prima utilizzato una simulazione al computer per costruire un modello della risposta neurale delle scimmie, calcolando la probabilità che fossero sorprese da ogni nuova nota, data la serie di note che avevano già ascoltato. Poi i ricercatori hanno posizionato degli elettrodi sul cranio delle scimmie e hanno monitorato l'attività elettrica del cervello degli animali durante l'ascolto della musica, sia i brani di Bach in versione integrale sia di versioni manipolate che contenevano le stesse note in un ordine diverso.

Come riportano1 su Current Biology, Bianco e colleghi hanno scoperto che la musica reale genera una maggiore differenza di attività elettrica tra le note più e meno sorprendenti, il che indica, spiegano, "un riconoscimento ottimizzato di eventi inaspettati all'interno di contesti strutturati" - in altre parole, una sensibilità alla musica.

Tuttavia, l'apprezzamento musicale dei macachi è incompleto. Mentre gli esseri umani sono sensibili sia al tempo delle note (ritmo) sia alla loro altezza (melodia), per le scimmie è diverso. Bianco e collaboratori hanno modificato i loro modelli per prevedere i segnali cerebrali delle scimmie quando rispondevano a note con tempi insoliti o ad altezze fuori posto, ma non a entrambi. Hanno scoperto che solo il modello basato sul tempo forniva buone previsioni.

Per i ricercatori, questi risultati suggeriscono che gli esseri umani hanno ereditato il senso del ritmo dai loro antenati genetici, ma poi sviluppano un apprezzamento distintivo per la melodia. Per quanto riguarda il motivo di questa differenza, Bianco suggerisce che solo le specie che utilizzano le modulazioni dell'intonazione per comunicare hanno probabilmente sviluppato un orecchio per queste variazioni.

Il gruppo ha in programma due ulteriori filoni di ricerca. Uno prevede lo stesso test di riconoscimento dell'intonazione e del tempo in bambini di appena 48 ore, mentre l'altro prevede di esporre le scimmie alla musica per periodi di tempo più lunghi, per verificare se possano imparare ad apprezzare la melodia.