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Un pneumatico abbandonato sul fondo del lago di Bolsena, nell'Italia centrale. Oltre il 90% dei detriti rilevati dallo studio sono fibre e frammenti prodotti dalla degradazione di grandi oggetti. Credit: Marco Scataglini/UCG/Universal Images Group via Getty Images.

La densità dei rifiuti di plastica nei laghi può essere superiore a quella dei più grandi accumuli di spazzatura negli oceani, e anche i laghi situati in aree incontaminate contengono quantità significative di detriti: è quanto emerge da un ampio studio internazionale1, guidato da Barbara Leoni e Veronica Nava dell'Università di Milano Bicocca.

A partire dal 2019, Nava e Leoni hanno coordinato un gruppo internazionale di ricercatori che ha raccolto dati sulla concentrazione di plastica nelle acque superficiali di 38 laghi e bacini idrici in 23 Paesi. "Volevamo un quadro realistico dell'importanza dell'inquinamento da plastica nei laghi e far luce sui percorsi che la plastica segue sulla Terra", spiega Leoni. Finora, la maggior parte degli studi si concentrava su laghi specifici ed era difficile confrontarli tra loro perché utilizzavano metodi diversi.

"Abbiamo selezionato 38 laghi con un'ampia varietà di caratteristiche", spiega Nava. Il gruppo ha preso in considerazione laghi molto diversi tra loro per superficie, profondità e tempo di ritenzione (il tempo medio che l'acqua trascorre nel lago), oltre a densità di popolazione circostante, copertura del suolo urbano e presenza di impianti di trattamento delle acque reflue.

Per quanto riguarda i frammenti di plastica più grandi di 250 micrometri, i tre laghi più inquinati del campione sono stati Lugano, Maggiore (entrambi tra Italia e Svizzera) e Tahoe in California, con una media di 11,5, 8,2 e 5,4 particelle per metro cubo, rispettivamente.

Dei 38 laghi analizzati, 21 avevano tra 0,1 e 1 particella per metro cubo, 14 tra 1 e 5 particelle per metro cubo e 3 contenevano più di 5 particelle per metro cubo. Utilizzando un approccio simile, uno studio del 2010 aveva stimato che l'area di maggiore accumulo di plastica nel vortice subtropicale dell'Atlantico settentrionale contenesse 1,62 particelle per metro cubo2.

"Abbiamo limitato la nostra analisi ai frammenti più grandi di 250 micrometri per ottenere stime più affidabili e conservative, poiché la densità delle particelle più piccole è molto più soggetta alla contaminazione di laboratorio", spiega Nava.

Gli scienziati hanno utilizzato reti a strascico per il plancton per campionare in media 140 metri cubi di acqua per ogni lago, sondando tre diverse aree in ognuno di essi.

Dei 9400 frammenti recuperati, oltre il 90% erano fibre o frammenti, originati dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi. Quasi un quarto dei frammenti è stato analizzato con la spettroscopia Raman per determinarne la composizione chimica. "Abbiamo eseguito tutte le analisi spettroscopiche nei nostri laboratori, per garantire una maggiore coerenza dei risultati", spiega Nava. Poliestere, polipropilene e polietilene costituivano la maggior parte dei polimeri identificati.

Esaminando le correlazioni tra la concentrazione di plastica e le variabili ambientali, i ricercatori hanno concluso che la densità di popolazione e la superficie sono le due più rilevanti. I laghi con una superficie superiore a 230 chilometri quadrati presentano in media 4 frammenti per metro cubo. Per i laghi più piccoli, la concentrazione di plastica aumenta con la densità di popolazione.

"I laghi più grandi hanno coste più lunghe e quindi più fonti di inquinamento provenienti dalla terraferma", afferma Nava, aggiungendo che potrebbero anche essere più soggetti alla deposizione atmosferica.

"Il nostro studio indica che si possono raggiungere livelli di inquinamento preoccupanti nei laghi, che sono una risorsa preziosa per la vita umana, soprattutto in un clima che cambia", conclude Leoni.