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Maria Cristina Messa, Italy’s Minister of the University and Research. Credit: Independent Photo Agency/Alamy Live News.

Un'iniziativa appena lanciata dal Ministero dell'Università e della Ricerca italiano (MUR) apporta due cambiamenti nel sistema italiano di finanziamento della ricerca pubblica. Finanzia singoli ricercatori invece di progetti collaborativi, e sarà il primo test di un nuovo sistema di valutazione, introdotto con una legge approvata dal Parlamento a luglio.

Il bando, che ha iniziato ad accettare proposte il 26 ottobre e si chiuderà a fine dicembre, stanzia 20 milioni di euro per progetti di ricercatori junior (fino a 1 milione di euro ciascuno), e 30 milioni di euro per progetti di scienziati senior (fino a 1,5 milioni di euro). I progetti possono durare fino a 5 anni e devono essere ospitati da un ente di ricerca italiano.

Le proposte saranno valutate da un nuovo Comitato Nazionale di Valutazione della Ricerca (CNVR), che sostituisce il precedente Comitato Nazionale dei Garanti della Ricerca (CNGR) e d'ora in poi si occuperà di tutte le sovvenzioni pubbliche. Finanziato con 5 milioni di euro per il 2021 e 20 milioni di euro per il 2022, il nuovo Comitato ha più risorse e compiti più ampi del precedente, e 15 membri invece di 7. Una prima versione è stata nominata alla fine di luglio incorporando il precedente CNGR e aggiungendo 8 membri nominati dal ministro della ricerca, Maria Cristina Messa. In futuro, 10 membri saranno scelti direttamente dal ministro, e cinque saranno scelti - uno ciascuno - dall'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), dal Consiglio dei presidenti degli enti pubblici di ricerca, dal presidente dello European Research Council e dal presidente della European Science Foundation.

L'iniziativa adotta molti elementi di una proposta inviata a Messa in aprile da più di 80 membri italiani della European Molecular Biology Organization (EMBO), che chiedevano di creare borse individuali per la ricerca di base sul modello di quelle dell'European Research Council. Finora l'Italia non aveva uno strumento simile: il principale schema di finanziamento per la ricerca di base è il "Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale" (PRIN), che finanzia progetti collaborativi che coinvolgono diverse università o istituti.

La proposta sottolineava che le sovvenzioni individuali sono cruciali per le carriere dei ricercatori, e anche che avrebbero bisogno di un nuovo sistema di valutazione. Il modo in cui i PRIN e altri progetti di ricerca sono valutati e selezionati per il finanziamento è stato spesso criticato dalla comunità scientifica. Andrea Ballabio, direttore dell'Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli e uno dei firmatari della lettera, lamenta la "valutazione inefficiente e opaca, la mancanza di meritocrazia, l'assenza di un feedback finale, i tempi non regolari dei bandi, i fondi frequentemente rimodulati".

Il CNGR nominava i membri del panel che a loro volta inviavano i progetti ai revisori. Questi erano tutti italiani e provenivano o da una lista di revisori compilata dal Ministero, il Registro degli Esperti Peer-Reviewers per la Valutazione Scientifica Italiana (REPRISE) o scelti individualmente in modo discrezionale. Entrambe le opzioni avevano dei problemi, secondo Irene Bozzoni, professore di biologia molecolare alla Sapienza Università di Roma che ha anche firmato la proposta EMBO. "Tutti potevano iscriversi a REPRISE, indipendentemente dalla qualità scientifica e dalla loro produzione, mentre la scelta discrezionale dei revisori lasciava spazio a bias e favoritismi” dice.

La proposta dello scorso aprile suggeriva di copiare il sistema di peer-review del ERC, basato su panel per diversi settori, composti da ricercatori che abbiano precedentemente vinto una borsa del ERC o siano già stati membri di panel ERC nei 10 anni precedenti. Questi panel nominano i revisori incaricati di valutare i singoli progetti. Un funzionario supervisiona l'intero processo per garantire, tra l'altro, il controllo dei conflitti di interesse.

Gli scienziati contattati da Nature Italy dicono che anche fondazioni private, come l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) o Telethon, hanno modelli di valutazione efficaci che potrebbero essere adattati per le sovvenzioni pubbliche. Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon che finanzia la ricerca sulle malattie genetiche, spiega che una buona valutazione richiede una forte struttura manageriale che gestisca le chiamate e cerchi i revisori adeguati. "Scegliere i ‘pari’ è tutt'altro che banale" spiega. "Una laurea scientifica non qualifica automaticamente un peer-reviewer, che deve essere altamente competente, ancora attivo nella ricerca, senza conflitti di interesse".

Il nuovo comitato di valutazione sta lavorando sulle sue linee guida, e non è ancora chiaro fino a che punto seguirà questi modelli. Per queste borse individuali, una prima fase sarà gestita direttamente dai membri del CNVR con l'aiuto di esperti esterni nei principali macrosettori, per valutare le idee e i CV dei candidati. Una seconda fase sarà svolta da tre referee esterni per ogni progetto, "il cui profilo dovrebbe essere vicino al modello ERC", dice Roberto Di Lauro, genetista che è stato recentemente nominato membro del CNVR. "Ci sono molte preoccupazioni sulla lista REPRISE all'interno del comitato", dice. "Stiamo lavorando per superarla, ponendo molta enfasi sul conflitto di interessi, sulla trasparenza e sulla meritocrazia".

La nomina del CNVR ha però suscitato anche critiche. "Con 10 membri su 15 nominati direttamente dal ministero, è scomparsa la separazione tra l'attività politica e i meccanismi autonomi di selezione dei progetti", dice Alberto Baccini, professore di economia politica all'Università di Siena, e membro di un'associazione di ricercatori e professori chiamata Return on Academic Research ROARS).

Bozzoni pensa che le nuove borse di studio siano un enorme progresso per aiutare i giovani ad emergere, ed è meno preoccupato delle nomine politiche al comitato, a patto che selezionino persone del giusto calibro. Dice che il gruppo EMBO monitorerà da vicino la valutazione e interverrà di nuovo se mancheranno meritocrazia e trasparenza.