Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che descrive come l'Italia userà più di 200 miliardi di euro messi a disposizione dall'Unione Europea per uscire dalla crisi pandemica, è stato presentato alla Commissione Europea. Il governo guidato da Mario Draghi lo ha illustrato in parlamento la scorsa settimana e ha inviato la versione finale a Bruxelles il 30 aprile.
Gli investimenti su "Istruzione e ricerca", la quarta delle sei "missioni" su cui si basa il Piano, non sono cambiati in modo significativo rispetto alla precedente bozza presentata a gennaio. Il finanziamento totale di questa missione ammonta a 33,81 miliardi di euro, corrispondenti al 14% dell'intero piano. Per la maggior parte (30,88 miliardi di euro), gli investimenti provengono dal vero e proprio Fondo per la ripresa e la resilienza dell'UE, che copre cinque anni fino al 2026. Ulteriori risorse provengono da ReactEU, un altro fondo europeo per investimenti a breve termine, da utilizzare entro il 2023, e da fondi nazionali complementari (vedere la tabella seguente per i dettagli).
Nell'ambito dell'istruzione e della ricerca, la fetta maggiore (19,4 miliardi di euro) andrà al miglioramento dei servizi e delle infrastrutture educative a tutti i livelli, dalla scuola materna alle università, compresi 430 milioni di euro per aggiungere 3.600 borse di dottorato nei prossimi tre anni.
Il resto, corrispondente a 12,92 miliardi di euro, rientra nella sezione "Dalla ricerca all'impresa", la parte del PNRR che avrà il maggior impatto per scienziati, università e istituti di ricerca. Tra le altre cose, finanzia progetti di ricerca fondamentale proposti da scienziati senior e junior (rispettivamente 1,8 miliardi di euro e 600 milioni di euro); grandi progetti di collaborazione che coinvolgono università, istituti di ricerca e aziende (1,61 miliardi di euro, finalizzati a finanziare fino a 15 progetti); nuovi centri di ricerca su tecnologie chiave come il quantum computing, biopharma, agritech, fintech e altri (1,6 miliardi di euro); e diversi progetti a sostegno del trasferimento tecnologico, della ricerca industriale e della diffusione industriale dei risultati della ricerca (oltre 4,5 miliardi di euro), compresi programmi di dottorato in collaborazione tra università e industria (600 milioni di euro per 5.000 borse di studio).
Oltre a questi fondi, che saranno gestiti dai ministeri dell'Istruzione e della Ricerca, anche altre parti del PNRR avranno un impatto sulla spesa per la ricerca: ad esempio, 1,29 miliardi di euro saranno spesi per le tecnologie satellitari e le attività spaziali; 5,9 miliardi per la ricerca sulle energie rinnovabili e 160 milioni di euro per la ricerca sull'idrogeno. Altri 520 milioni di euro saranno utilizzati per la ricerca biomedica, in particolare per colmare il divario tra ricerca e applicazioni cliniche.
Il 12 maggio, Nature Italy organizza una conferenza online e tavola rotonda per discutere i contenuti del piano e il suo impatto sul futuro della ricerca e innovazione italiana. Saranno con noi la Ministra per l’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa; Elena Cattaneo, Senatrice a vita e professore all'Università degli Studi di Milano; Ugo Amaldi, fisico che nel 2020 ha proposto un piano per aumentare la spesa italiana nella ricerca di base e applicata; Maria Sabrina Sarto, prorettrice per la ricerca all'Università di Roma La Sapienza, e Alison Abbott, ex corrispondente europea per Nature
Qui il link per registrarsi all'evento.
Investimenti su "Dalla ricerca all'impresa" nel PNRR
Aree di investimento |
Spesa (in miliardi di Euro) |
---|---|
1. Rafforzamento della ricerca e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese |
6,91 |
1.1 Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di Significativo Interesse Nazionale (PRIN) (obiettivo: 5350 progetti) |
1,8 |
1.2 Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (fino a 2100) |
0,6 |
1.3 Partenariati allargati estesi a Università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base (fino a 15 progetti, budget medio € 100 milioni) |
1,61 |
1.4 Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune Key Enabling Technologies |
1,6 |
1.5 Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S" (12 progetti da selezionare con un bando) |
1,3 |
2. Sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico |
2,05 |
2.1 IPCEI (incentivi alla collaborazione pubblico/privato su progetti di interesse europeo) |
1,5 |
2.2 Partenariati – Horizon Europe |
0,2 |
2.3 Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria (60 centri) |
0,35 |
3. Potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e innovazione |
2,48 |
3.1 Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione (30 tra nuove ed esistenti) |
1,58 |
3.2 Finanziamento di start-up (fino a 250) |
0,3 |
3.3 Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese (fino a 5000) |
0,6 |
4. React EU (programma aggiuntivo UE per il periodo 2021-2023) |
0,48 |
4.1 Dottorati e contratti di ricerca su tematiche dell'innovazione |
0,145 |
4.2 Dottorati su tematiche green |
0,18 |
4.3 Contratti di ricerca su tematiche green |
0,155 |
5. Accordi per l'innovazione (ulteriori fondi per ricerca applicata e trasferimento tecnologico dal programma nazionale complementare) |
1 |
TOTALE |
12,92 |