
La lettura di informazioni dettagliate sulle opere d'arte produce cambiamenti psicofisiologici e cambiamenti comportamentali, che fanno pensare a una migliore comprensione e a un'esperienza estetica più soddisfacente. Credit: Klaudia Piaskowska, Unsplash, CC0.
Capire come il pubblico si comporta di fronte alle opere d'arte e impara da esse aiuta a migliorare la comunicazione del patrimonio culturale. I curatori dei musei dedicano molta attenzione a come le opere vengono esposte, e spesso progettano le mostre basandosi su studi scientifici qualitativi o quantitativi.
Un gruppo di ricerca dell'Università di Firenze, della Sapienza Università di Roma e dell'Università Roma Tre ha utilizzato misure oggettive e soggettive per studiare come diversi stili di didascalie artistiche, più essenziali o più descrittive, influenzino il coinvolgimento degli spettatori. Hanno reclutato 30 studenti universitari e li hanno divisi in due gruppi, rispettivamente di 20 e 10 studenti. I volontari sono stati controllati per verificare che avessero parametri rilevanti comparabili, come acutezza visiva, conoscenze artistiche e preferenze estetiche. La maggior parte di loro, inoltre, non conosceva ancora le opere d'arte utilizzate.
I ricercatori hanno utilizzato dispositivi indossabili che registravano dati sulle pupille e sullo sguardo, oltre alla frequenza cardiaca e all'attività elettrica sulla pelle. I partecipanti hanno seguito un percorso prestabilito in un museo privato di Firenze e si sono fermati davanti a opere d'arte selezionate, a una distanza adeguata e per un periodo di tempo prestabilito. Nella prima sessione, tutti i dipinti avevano solo didascalie essenziali. Un mese dopo, tutti i partecipanti sono tornati per una seconda sessione. Ai 20 membri del gruppo sperimentale sono state mostrate didascalie descrittive con maggiori informazioni, mentre ai 10 membri del gruppo di controllo sono state mostrate le stesse della prima visita. Alla fine di ogni sessione, i partecipanti hanno anche compilato un questionario.
"Nel nostro studio abbiamo combinato una varietà di tecniche, che spaziano dai metodi fisiologici a quelli comportamentali", spiega Maria Del Viva, psicologa dell'Università di Firenze e una delle autrici dello studio1.
Dopo un'analisi statistica, i risultati hanno mostrato che coloro a cui erano state presentate didascalie più dettagliate avevano trascorso più tempo a guardare le opere d'arte durante la seconda sessione rispetto alla prima, mentre il contrario era avvenuto per i membri del gruppo di controllo. Inoltre, il gruppo sperimentale ha riferito di aver avuto sensazioni più positive e una migliore comprensione, mostrando anche segni fisici di eccitazione, come la dilatazione delle pupille e l'aumento dell'attività elettrica della pelle.
Questi risultati potrebbero essere specificamente legati alla fruizione di arte moderna, notano gli autori, e saranno necessari ulteriori studi per indagare aspetti simili per diverse modalità artistiche.