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The first room of the exhibition Preserving the brain explores neuroimaging technologies. Credit: Fondazione Prada.

Un museo d'arte contemporanea può sembrare uno strano posto strano in cui imparare la fisiologia dei neuroni, l'epidemiologia della sclerosi multipla o nuovi biomarcatori per la malattia di Alzheimer. Ma per le prossime settimane la Fondazione Prada di Milano, famosa per le sue mostre e le collezioni di arte contemporanea e fotografia, accompagna i visitatori in un viaggio attraverso le neuroscienze.

La mostra Preserving the brain combina scansioni cerebrali e immagini di neuroni al microscopio, strumenti di laboratorio, video e testi per raccontare come si fa ricerca sulle malattie neurodegenerative, e perché è così difficile mettere a punto terapie. Sarà seguita da una conferenza scientifica di due giorni in ottobre, cui parteciperanno decine di scienziati provenienti da centri di ricerca leader a livello mondiale.

Giancarlo Comi, neurologo e professore all'Università Vita-Salute San Raffaele, che presiede il comitato scientifico del progetto, spiega che la mostra è stata costruita attorno a una domanda. "Come possiamo proteggere questo organo così unico e potente, ma anche così fragile?" Ognuna delle 14 sale è incentrata su una specifica malattia, tecnica sperimentale o strategia terapeutica, ed è stata progettata da un diverso centro di ricerca. Il Weizmann Institute in Israele, ad esempio, mostra come gli organoidi possano essere utilizzati per semplificare lo studio della malattia di Alzheimer. L’Istituto Max Plank di Neurobiologia di Monaco ha creato mappe e infografiche per esplorare il legame tra il cervello e il microbioma intestinale. L'Università canadese McGill si concentra sul ruolo delle cellule gliali (le ‘altre’ cellule del cervello oltre ai neuroni) nelle malattie, mentre le sezioni dell'Università San Raffaele riguardano nuovi biomarcatori per le principali malattie, e la stimolazione cerebrale come possibile terapia.

"Abbiamo contattato tutti questi istituti durante la fase di ideazione, perché una parte essenziale del nostro messaggio era che lo studio del cervello può essere solo uno sforzo collettivo e una collaborazione internazionale", spiega Comi. "Con nostra sorpresa, tutti hanno accettato immediatamente di contribuire".

Molte immagini esposte, come le grandi immagini microscopiche colorate o le mappe di espressione genica, hanno una bellezza astratta che si sposa naturalmente con il contesto del museo. I testi di accompagnamento, in inglese, e i video sono sorprendentemente approfonditi, in qualche caso intransigenti, il che può rendere la visita impegnativa per l'appassionato d'arte che non abbia familiarità con il linguaggio scientifico. "Ci sono progetti di 'arte e scienza' in cui in realtà manca la parte scientifica ", dice Comi. "Qui abbiamo raccolto la sfida di comunicare la scienza in un luogo normalmente dedicato all'arte, creando un'esperienza visivamente attraente ma anche scientificamente solida".

Comi spera che i visitatori portino a casa il messaggio che la lotta contro le malattie neurodegenerative è la sfida culturale della nostra epoca. "La medicina è riuscita a prolungare la vita della maggior parte dei nostri organi, ma il cervello rimane quello su cui abbiamo meno influenza", osserva. "Dobbiamo colmare questo divario per rendere davvero significativo l'aumento dell'aspettativa di vita".

Comunicare le neuroscienze in un'istituzione culturale, spiega, ha perfettamente senso. "C'è ancora molta resistenza culturale all'idea che 'noi siamo il nostro cervello', ma tutta la nostra cultura e arte, tutto ciò che l'umanità ha fatto è dovuto a ciò che accade in quell'organo", dice.

Questa l'ultima tappa di Human Brains, un progetto iniziato nel 2020, durante la pandemia, con una conferenza online sulla coscienza seguita da una serie di conversazioni online tra neuroscienziati, artisti e filosofi. Un'altra mostra a Venezia, inaugurata ad aprile e che si concluderà a novembre, è incentrata sulla storia degli studi sul cervello. Il progetto si concluderà con una conferenza il 6 e 7 ottobre presso la Fondazione Prada, composta da quattro sessioni tematiche con la partecipazione di tutti i 13 istituti partner e trasmessa in live-streaming sul sito web del progetto.

Preserving the brain è in programma fino al 10 ottobre.