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Salmonella typhi. Credit: Science History Images / Alamy Stock Photo.

Le cellule tumorali ingannano il nostro sistema immunitario sabotando i meccanismi che le cellule immunitarie usano per distinguere gli amici dai nemici. Gli scienziati stanno imparando a contrastare questa strategia con farmaci chiamati inibitori dei checkpoint immunitari (ICI), che interferiscono con il contatto tra cellule immunitarie e cellule tumorali e rendono queste ultime riconoscibili come nemiche. Questo sta rivoluzionando specialmente le terapie per il melanoma, un tipo di cancro della pelle. Ma in metà dei pazienti, questa terapia non impedisce alle cellule cancerose di sfuggire alla sorveglianza e di proliferare liberamente. Ora un team di ricerca internazionale guidato da Maria Rescigno all'ospedale di ricerca Humanitas di Milano ha trovato alcuni peptidi (una sorta di versione più corta e semplificata delle proteine) che potrebbero essere utilizzati come vaccino antitumorale, ed essere combinati con gli ICI per prevenire le metastasi nei pazienti che altrimenti non risponderebbero alle cure.

Dovendo sopravvivere e proliferare in un ambiente ostile, le cellule cancerose hanno i loro meccanismi per rispondere allo stress. Gli scienziati hanno aumentato questo stress, infettando cellule di melanoma di topo con Salmonella typhi, un batterio che infetta l'intestino e il sangue, causando la febbre tifoide. Hanno raccolto le molecole secrete dalle cellule infette, le hanno iniettate nei topi, e qualche settimana dopo hanno somministrato agli stessi topi cellule di melanoma. Il risultato è stato che i topi vaccinati erano effettivamente più protetti dalla crescita del tumore, rispetto a un gruppo di controllo non trattato.

Gli scienziati hanno poi provato la stessa procedura su alcuni cani affetti da osteosarcoma, un tumore con caratteristiche simili. Hanno preso le cellule tumorali degli animali, le hanno coltivate e infettate con Salmonella, hanno raccolto il loro secretoma (tutte le sostanze rilasciate nello spazio extracellulare) e lo hanno usato come vaccino. Tutti i cani trattati hanno avuto un beneficio in termini di sopravvivenza e metastasi.

Come un ulteriore passo verso l'applicazione sugli esseri umani, gli scienziati hanno infine infettato diverse culture di cellule di melanoma umano con il batterio, analizzato i loro secretomi e isolato 12 peptidi che sono in grado di attivare le cellule immunitarie umane. Questi peptidi sembrano essere prodotti dalle cellule di melanoma in tutti i pazienti - ma non dalle cellule sane della pelle - quando vengono infettate. Se l'efficacia dovesse essere confermata, questo cocktail di peptidi potrebbe essere usato subito dopo l'intervento chirurgico, per stimolare il sistema immunitario a liberare il corpo da micro-metastasi che spesso non sono clinicamente visibili. "I nostri risultati aprono la strada a una strategia di vaccinazione condivisa contro la malattia metastatica negli esseri umani, ma anche a cure migliori per i cani", dice Alessia Melacarne, prima autrice dell'articolo pubblicato su Cell Reports1.

"La scoperta fornisce un nuovo strumento e può avere un impatto significativo nel campo dell'immunoterapia del cancro sul medio-lungo termine" dice Luigi Buonaguro, direttore presso l'Istituto Nazionale dei Tumori-IRCCS 'Pascale' di Napoli, non coinvolto nello studio.