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Komodo National Park, Rinca, Indonesia. Credit: Georgette Douwma/ Getty images.

I coralli in tutto il mondo sono minacciati dal riscaldamento globale, e ciò minaccia a sua volta le specie di pesci che si affidano ai coralli per cibo, habitat e riparo dai predatori. Uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences suggerisce che in molte aree la biodiversità dei pesci potrebbe essere dimezzata come conseguenza del declino dei coralli.

Giovanni Strona, dell'Università di Helsinki, ha guidato un team internazionale che comprende ricercatori italiani de L'Aquila, Napoli e Milano, per uno studio1 che voleva valutare in che misura la diversità dei pesci dipenda realmente dalla diversità dei coralli. I ricercatori hanno preso le mappe delle principali regioni coralline del mondo e le hanno divise in una griglia di celle grandi un grado latitudinale per un grado longitudinale. Hanno ricostruito la diversità di pesci e coralli all'interno di ogni cella, utilizzando database online compilati dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, una ONG. In totale hanno esaminato 6964 specie di pesci corallini e 119 generi di corallo.

Gli scienziati hanno quindi creato un modello matematico per studiare come la diversità dei pesci varia in relazione alla diversità dei coralli, tenendo conto di fattori come la salinità, la temperatura e l'isolamento della barriera. Con questo modello, hanno esaminato tre degli scenari descritti nell'ultima valutazione del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) per capire come, in relazione al cambiamento climatico, una perdita futura di coralli influenzerebbe la biodiversità dei pesci.

L'aumento della temperatura dell'acqua causa infatti lo sbiancamento dei coralli, dovuto all'espulsione delle alghe simbiotiche da parte dei polipi, che ne causa la morte. Nel loro modello, gli scienziati hanno ipotizzato una sostanziale mortalità dei coralli in una data località della barriera corallina in un dato momento, nei casi in cui la temperatura prevista era di due gradi superiore alla media storica.

Nello scenario climatico più pessimistico, tutte le barriere coralline su scala globale saranno colpite da almeno un evento di mortalità di massa entro il 2060. In quello più ottimista, la quota sarebbe ancora superiore al 60%. Lo studio conclude che nello scenario pessimistico la diversità dei pesci locali diminuirebbe del 40% entro il 2060. Questa percentuale va oltre la quantità di pesci che vivono effettivamente sulle barriere coralline, indicando che molte altre specie sarebbero indirettamente colpite.

Un limite del modello è che non rivela molto su quali specie di pesci saranno più colpite, e il team si sta ora concentrando su questo aspetto. "Svelare tale complessità può essere vitale per prevenire la futura perdita di biodiversità" dice Strona.

"Questo studio descrive un quadro teorico raffinato sul legame tra comunità e habitat che potrebbe essere utilizzato in altri contesti", dice Stefano Aliani, ricercatore di biologia marina presso l'Istituto di Scienze Marine ISMAR-CNR di Venezia, che non ha partecipato alla ricerca.