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Credit: caifas/ iStock / Getty Images Plus

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Il disegno di legge sull'agricoltura biologica approvato dal Senato continua a suscitare le proteste di molti scienziati italiani, secondo i quali avrà l’effetto di sostenere e promuovere pratiche agricole prive di basi scientifiche. La legge è in attesa di essere discussa alla Camera dei Deputati, mentre crescono le richieste da parte della comunità scientifica di modificarla prima dell'approvazione finale.

La legge mira a regolare la "salvaguardia, la promozione e lo sviluppo" (compresa la ricerca e l'innovazione) dell'agricoltura biologica, un settore che l'Unione europea ha messo al centro della sua strategia "Farm to Fork" per l'agricoltura sostenibile, con l'obiettivo di convertire al biologico il 25% del totale dei terreni agricoli europei entro il 2030.

Per molti esperti di innovazione agricola, la stessa premessa della legge è discutibile. "Tratta l'agricoltura biologica come l'unica agricoltura sostenibile, e incoraggia tutti gli agricoltori ad adottarla" dice Enrico Pè della Scuola Superiore Sant'Anna, presidente della Società Italiana di Genetica Agricola. "Quello di cui avremmo veramente bisogno sarebbe una legge sull'agricoltura sostenibile, che dovrebbe coprire tanto l'agricoltura biologica quanto quella convenzionale e le nuove tecnologie".

Ma una riga del progetto di legge ha preoccupato gli scienziati più del resto. L'articolo I afferma che "ai fini della presente legge, il metodo di agricoltura biodinamica [...], quando è applicato in conformità con le disposizioni dell'Unione europea sull'agricoltura biologica, è equiparato all'agricoltura biologica". Pochi articoli dopo, la legge richiede la presenza di un rappresentante degli agricoltori biodinamici nel tavolo tecnico che sorveglierà l'applicazione della legge, comprese le assegnazioni di fondi pubblici.

L'agricoltura biodinamica si basa sugli insegnamenti di Rudolf Steiner, filosofo tedesco dell'inizio del 20° secolo. Precede storicamente l'agricoltura biologica, e oggi ne condivide la maggior parte dei metodi, a cominciare dal divieto di utilizzare prodotti chimici di sintesi come pesticidi o fertilizzanti. Ma si caratterizza anche per l'uso di pratiche e preparati specifici, da additivi a base di erbe e minerali a spray per i campi preparati riempiendo corna di animali con letame e quarzo e sotterrandole per mesi. Questi preparati sono legalmente autorizzati dall'Unione Europea, ma i loro effetti sulla qualità del cibo e del suolo sono difficilmente riproducibili e non sono stati dimostrati scientificamente. Oltre alla certificazione biologica concessa da organismi pubblici, gli agricoltori biodinamici ottengono anche una certificazione aggiuntiva da associazioni private, la più nota delle quali è Demeter, con sede in Germania. Gli standard di Demeter includono anche principi guida spirituali - come l'idea che l'agricoltura deve nutrire "l'anima e la vita spirituale".

Esprimendo l'unico voto contrario alla legge al Senato, la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo ha condannato il riconoscimento legale di pratiche che ha definito "antiscientifiche ed esoteriche". Un gruppo di scienziati ha lanciato una petizione per chiedere la modifica della legge, definendo "assurdo attribuire uno status di preferenza economica e culturale all'agricoltura biodinamica, in quanto non verificabile con il metodo scientifico”. Anche diverse società scientifiche, come l'Accademia dei Lincei, l'Accademia Italiana di Agricoltura, la Società Italiana di Agronomia, la Federazione Italiana di Scienze della Vita, l'Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie, si sono espresse contro il disegno di legge.

Durante il dibattito al Senato, i sostenitori della legge hanno fatto notare che essa si limita a riconoscere gli agricoltori biodinamici come parte del movimento biologico, e che per accedere a qualsiasi beneficio introdotto dalla legge essi devono comunque rispettare le norme sull'agricoltura biologica. Ma i critici ribaltano l'argomento. "Se il biodinamico si identifica già come biologico, perché il suo status giuridico dovrebbe essere ulteriormente evidenziato?" si chiede Pè. "Perché un rappresentante degli agricoltori biodinamici deve sedere nel comitato tecnico?”. Il risultato, spiega, sarebbe di equiparare ciò che può essere testato scientificamente a ciò che non lo è, e di dare un riconoscimento pubblico – e in ultima analisi sostegno finanziario - a pratiche agricole che sono certificate solo da soggetti privati.

In un comunicato, l'AISSA ha evidenziato in particolare che “con fondi pubblici sarebbe possibile attivare iniziative didattiche e progetti di ricerca su fenomeni privi di fondamento scientifico”.

Dal 2003, il ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) gestisce un "fondo per la ricerca sull'agricoltura biologica e di qualità", che questa legge riformerebbe parzialmente. È finanziato da una tassa del 2% sui ricavi dei fertilizzanti e degli agrochimici usati nell'agricoltura convenzionale, che genera tra i 4 e i 6 milioni di euro all'anno. Stefano Canali, presidente della Rete Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica (RIRAB) che comprende ricercatori del CREA, del CNR, dell'ENEA e delle Università, spiega che la legge probabilmente ridurrebbe la spesa per la ricerca, poiché il fondo verrebbe utilizzato anche per la promozione e altre attività. "È già una torta molto piccola" dice, notando che solo 21 milioni di euro sono stati investiti tra il 2009 e il 2018, meno dello 0,1 per cento del valore di mercato dell'agricoltura biologica nello stesso periodo. "Se va divisa in ancora più fette, la ricerca ne soffrirà".

Nel 2016, il Mipaaf ha creato un comitato che supervisiona l'uso di quel fondo di ricerca, e include già oggi un rappresentante dell'agricoltura biodinamica. Da allora sono stati finanziati alcuni progetti che coinvolgono i metodi biodinamici, come uno sulla produzione biodinamica in serra, coordinato dal CREA, uno su olivi e viti, all'università di Firenze, e uno sugli effetti dei preparati biodinamici coordinato dall'università di Salerno. L'ultimo bando, lanciato lo scorso gennaio dal Mipaaf, indicava esplicitamente il coinvolgimento di "un'azienda agricola biologica o biodinamica" come requisito per accedere ai contributi (i vincitori non sono ancora stati resi noti). Secondo Canali, che non è coinvolto nella ricerca sull'agricoltura biodinamica ma non è contrario ad essa, indagare sui metodi biodinamici è una naturale conseguenza del fatto che sono autorizzati dall'Unione Europea. "Il biodinamico ha elementi interessanti così come componenti che sono chiaramente al di fuori del discorso scientifico, ma questo vale per molte cose in agricoltura" nota.

Secondo Enrico Pè, anche se singoli ricercatori possono avere posizioni diverse il Parlamento dovrebbe ascoltare istituzioni come le società scientifiche e le accademie, che sono concordi nel chiedere di eliminare dalla legge i riferimenti all'agricoltura biodinamica. Questo non impedirebbe agli agricoltori di adottare e pubblicizzare il metodo, ma eviterebbe l'ambiguità legale e manderebbe il giusto segnale culturale. "Il testo attuale”, sostiene, “rifiuta l'idea stessa che debba essere il metodo scientifico a guidare l'innovazione in agricoltura".