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Workers harvest ripe carrots in Zapponeta, Apulia, Italy. Credit: Donato Fasano/Getty Images.

Dopo un dibattito pubblico che ha coinvolto per mesi la comunità scientifica italiana, il 2 marzo la nuova legge sull'agricoltura biologica è stata approvata dal Parlamento. Il disegno di legge che il Senato aveva approvato nel maggio 2020 presentava il rischio di concedere riconoscimento giuridico, e finanziamenti pubblici al metodo biodinamico, una pratica agricola priva di basi scientifiche. Ha quindi provocato le proteste di centinaia di ricercatori e diverse società scientifiche, anche al di fuori del campo delle scienze agrarie. A febbraio la Camera dei Deputati ha ascoltato le richieste degli scienziati e ha modificato la parte più problematica del disegno di legge, prima di rinviarlo al Senato per la votazione finale. Nonostante gli emendamenti, in questa legge rimangono molti elementi che ignorano le evidenze scientifiche.

Gran parte del dibattito ruotava attorno all'articolo 1 della legge, che nella sua versione originaria “equiparava” il metodo dell'agricoltura biodinamica all'agricoltura biologica. Mentre l'agricoltura biologica è regolata con precisione dagli standard europei, l’agricoltura biodinamica comprende basi teoriche e pratiche agricole basate su credenze mistico-spirituali elaborate un secolo fa dal fondatore dell’antroposofia, il filosofo tedesco Rudolf Steiner. I fondamenti dell’agricoltura biodinamica non possono esser verificati in modo razionale, poiché presuppongono l’esistenza di non precisati flussi cosmici generanti forze che avrebbero origine non materiale. In aggiunta, la certificazione biodinamica è spesso attribuita a titolo oneroso da organizzazioni private.

Da quando la legge in questione è stata portata alla discussione in Senato nel 2019, dopo una frettolosa prima approvazione alla Camera, la comunità scientifica italiana ha avvertito del pericolo di conferire per legge anche all’agricoltura biodinamica numerosi privilegi economici, educativi e di finanziamento alla ricerca. Tra coloro che sono intervenuti nel dibattito vi sono il presidente Sergio Mattarella, che ha pubblicamente recepito le richieste della comunità scientifica; il premio Nobel Giorgio Parisi, che più volte si è espresso a favore della modifica della legge; e diversi parlamentari, in particolare la senatrice Elena Cattaneo.

L’emendamento approvato elimina il riferimento all’agricoltura biodinamica nell’articolo 1, cancellando così l'equivalenza legale tra essa e l'agricoltura biologica. Dopo aver subito queste modifiche alla Camera, il disegno di legge è stato poi definitivamente approvato dal Senato il 2 marzo.

Purtroppo, contiene ancora due riferimenti all’agricoltura biodinamica, la cui eliminazione era parte delle modifiche chieste dalla comunità scientifica. In particolare, indica che un rappresentante dell'agricoltura biodinamica deve far parte di un comitato tecnico che vigila sull'applicazione della normativa, e annovera le varietà da seme adatte all'agricoltura biodinamica tra quelle che devono essere oggetto di un piano nazionale di disciplina della produzione e commercio di semi.

Il Governo ha fatto proprio un ordine del giorno con cui si impegna a promuovere un'ulteriore azione legislativa per eliminare dal testo ogni riferimento all'agricoltura biodinamica. È un segnale positivo, ma l’eliminazione di tali riferimenti è rimandata a future, possibili ma non certe, iniziative legislative.

La normativa è stata migliorata, ma ciò che ancora manca nella legislazione agricola italiana è l'idea che le diverse pratiche agricole basate su ragione ed evidenze sperimentali dovrebbero avere pari dignità. Come già sottolineato nel 2019 in un articolo firmato da FISV, Associazione delle Società Scientifiche Agrarie (AISSA), Conferenza di Agraria e Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani (ANBI), gli obiettivi della qualità, del benessere animale, della protezione della biodiversità, della riduzione delle emissioni di gas serra non sono monopolio dell’agricoltura biologica. E gli attuali divieti sull’utilizzo in agricoltura delle moderne tecniche molecolari di miglioramento genetico non hanno nulla a che fare con l’obiettivo di un’agricoltura sostenibile. Non esistono un’agricoltura buona e una cattiva. Cadendo questo principio, si rischia di aprire varchi nei quali si inserisce il pensiero irrazionale e antiscientifico.